[Lo scrittore di romanzi noir Luca Rinarelli ci ha regalato questo racconto viola.]
Torino, 2 marzo 2008.
La sveglia sta suonando. Non so da quanto. Riesco a socchiudere le palpebre di quel poco che consente alla luce di entrare, senza far male.
L’una del pomeriggio, dopo sei ore di sonno. Notte brava, resa possibile dal turno pomeridiano. Il lavoro. Di domenica. Fanculo.
La mia band ha goduto di una serata di successo, come la mia chitarra elettrica. Stiamo ingranando alla grande, ma con la musica non si mangia. Non ancora, mi piace pensare.
Un dolore pulsante alle tempie rallenta la risalita verso la posizione seduta. Devo darmi una mossa, fra un’ora entro in fabbrica. E non potrò vederla. Continue reading