‘O presidente (China Soccer Files – 7)

Le regole del calcio italiano in Cina: alcuni highlights cinesi.

La prima immagine che scegliamo per questa sintesi pseudo calcistica e pseudo umana, che dovrebbe rappresentare la rappresentazione del calcio in Italia (uno sciame intelligente, tanto per scomodare a sproposito qualcuno) parte naturalmente dagli allenamenti. Perché, tanto per essere chiari, le squadre sono arrivate a Pechino una settimana prima. I nostri protagonisti, per un volta, non sono gli juventini, bensì la “compagine” (e così salutiamo pure Bruno Pizzul) del Napoli.

Un presidente in autoLa Juve, poco dire: si allenavano con il mister costantemente al telefono, per capire cosa sarebbe successo del suo destino di tecnico dei campioni d’Italia. Tra voci di siluramento e “no, no figurati, c’è lo stile Juve”. Auguroni.

E partiamo: la scena è la seguente: campo d’allenamento del Napoli, Gli organizzatori cinesi hanno chiuso un contratto con un campo per consentire ai ragazzi in maglia azzurra di svolgere tre (3) allenamenti prima della Supercoppa.

Arrivano al campo. Non va bene. Per niente. L’erba è troppo alta, dicono i Supremi Dirigente della Compagine Napoletana. Vabbè, fa qualcuno, sono tre (3) allenamenti. No. Gli organizzatori cinesi devono disdire il contratto – presumibilmente devono pagare ugualmente – e andare a fare un altro contratto. Altro campo, altro stadio, per tre (3) allenamenti.

La squadra arriva al campo. I ragazzi sgambettano. Mazzarri indica gli esercizi e la strada per il campo della Juve a due scagnozzi tecnici, i dirigenti sono a bordo campo. Comincia a piovere, via via più forte. Insomma, piove.

Si bagnano le panchine. I dirigenti del Napoli chiedono che le panchine vengano asciugate.
Il gestore del campo cinese, porge ai dirigenti del Napoli gli asciugamani.
No, gli fanno i Dirigenti Italiani Supremi della Squadra Napoletana: lo devi pulire tu, che sei cinese.
Il cinese non fa una piega, pulisce.

Come ultimo highlight scegliamo una bella scena, che farà sorridere, scaldare i cuori e ci ricorda il fantastico coro che abbiamo imparato da piccoli, alla prima esperienza in curva e che per Fútbologia adattiamo al Presidente e che fa: “presidente non ti agitare, l’importante è partecipare”.

C’è un uomo in una macchina nera. L’autista ogni tanto scorge i suoi lineamenti dallo specchietto. Ha capelli bianchi, sguardo combattivo (sembra incazzato nero, o forse è solo determinato), ha occhiali da sole scuri che non si toglie neanche quando chiede di accostare, per dirigersi ad un piccolo cesso pubblico.
La macchina procede nel traffico pechinese, tra clacson, bici, tre ruote, camioncini, skate, e altri mezzi improvvisati. In teoria la sua auto dovrebbe essere insieme ad altre, ma l’autista è maldestro e  ben presto si perdono il resto del gruppo. Devono procedere da soli. Partiti con largo anticipo, ora la situazione comincia a farsi pesante. I minuti di anticipo se li è mangiati il traffico di Pechino. Tra venti minuti comincia la partita e l’uomo chiuso nella macchina comincia ad agitarsi, a telefonare, a urlare al telefono. Finalmente, arrivano allo stadio: la partita è già cominciata. Cancello, barriera. La macchina non è registrata. Non può entrare. Ma come! L’autista sfodera tutto la sua supercazzola più convincente e riesce a passare. L’uomo scende, rapido e incazzato (stavolta lo è davvero). Altro controllo. Niente da fare. Lei chi è? Come chi sono! Non ci risulta il suo nome. L’uomo non sta nella pelle, comincia a chiamare al cellulare e gli esce il più classico dei classici della sfiga: lei non sa chi sono io. Insomma alla fine entra. Magari proprio mentre Cavani la mette dentro.

Poi si dice dell’organizzazione cinese che non ha funzionato, di Mazzoleni, dei furti, delle compensazioni, della sudditanza, dei complotti, delle mafie.
È tutta colpa del traffico, in realtà.

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4 thoughts on “‘O presidente (China Soccer Files – 7)

  1. enzo pollio

    ci sei andato giù duro, ma è stato realmente così? dal mio osservatorio di non amante del calcio ma di ammiratori di popoli (cinesi e non) ho voluto vederci solo il lato positivo. Era bello sentire l’emozione di Giuseppe, di Pierluigi e dei tanti che vivono e lavorano li, sentire napoli a pechino…Ma forse sono sentimenti solo di noi illusi napoletani? sono comunque stato felice di sentire mio figlio felice dell’evento e mi sono sentito felice di essergli vicino tramite questo NAPOLI, PRESIDENTE E CO. che lo rappresentano..

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  2. gabriele venditti

    Più corretto «’O Presidente» = «[L]o Presidente».
    «O’ Presidente» è più scozzese che napoletano.

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