Tag Archives: Europeo2012

Pragmatica del non saper cosa dire

[Riceviamo e pubblichiamo da Fabio Poroli di Corso di Linguistica Particolare un pezzo scritto in occasione degli ultimi Europei. Ci pare che l’analisi possa estendersi alle cronache del campionato appena iniziato]

di Fabio Poroli

logo Rai Sport Euro2012Oltre che dalle conferme calcistiche (una generazione di Spagnoli imbattibile, una Germania che non ci batterà mai, un Balotelli che è un fenomeno, ecc.) questo Europeo è stato caratterizzato da un’importante presa di coscienza: a cosa servono i commentatori tecnici di Rai Sport? Anche prima lo pensavamo, al massimo ne parlavamo, dubbiosi, tra amici; ma in questo evento sportivo l’imbarazzo è diventato esorbitante, tanto da far intervenire Aldo Grasso il quale ha affermato di non aver mai sentito tante banalità sul calcio. In realtà la questione è più linguistica che calcistica, e da buon linguista non ho potuto accettare la categoria “banalità” per descrivere un uso. Quindi ho abbandonato l’approccio moralistico e mi sono chiesto: qual è la natura di queste “banalità”? E sopratutto: se è vero, come fa un commentatore a tenere botta per tutta la partita, dando l’idea di stare commentando, senza dire nulla di assolutamente rilevante? Insomma, come si commenta senza commentare?

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Abbronzatissimi (sul nostro giornalismo sportivo e Balotelli)

Flavor FlavMa il vecchio negro disse allor:

Oh! Bongo Bongo Bongo
stare bene solo al Congo
non mi muovo, no no.
Bingo Bango Bengo
molte scuse ma non vengo
io rimango qui.
No bono scarpe strette,
saponette, treni e tassì,
ma con questa sveglia al collo
star bene qui.

Mi devo scusare. Non c’era cattiveria… E me ne dovevo accorgere. Le spie erano troppe, non solo su Balotelli. Basta rivedere il video con le risate e il darsi di gomito per i froci di Cassano in conferenza stampa.

Dovevo accorgermi che la sensibilità di una non piccola parte dei nostri giornalisti sportivi è “berlusconiana” in senso tecnico, ovvero propria di un uomo nato negli anni Trenta del secolo scorso, “costretto” a trovare irresistibili e assolutamente impeccabili le battute sull’abbronzatura dei negri e le parodie sguaiate delle mossette dei culattoni. Certo il nostro ex-Presidente del Consiglio poteva esibirsi con Barack Obama, mentre il giornalismo sportivo italiano -per fortuna, pur nella disgrazia- si deve fermare a Mario Balotelli.

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L’Europeo visto da lontano
ariPIGS | (semi)finals

foto di Portogallo, Italia, Spagna and Germania

Portogallo, Italia, Spagna e Germania

AriPIGS

Vergogna.  Ladri. Schifosi. Truffatori. Sempre le solite merde. Insomma, cazzo, basta. Invece di prendercela sempre con le fottute Falkland, iniziamo a cannoneggiare Pantelleria e Marettimo, perdio! Rottinculi!!

Gli inglesi erano furiosi, come i titoli, solo una parte, della stampa britannica, ben riportavano. Avevano ragione da vendere. Era davvero uno scandalo enorme. Tutti avevano visto. Tutti lo sapevano.

Alla morra cinese il cucchiaio era proibito.

Come era stato possibile un simile sfregio? Vergogna.
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Balotelli, LeBron e gli stereotipi razzisti della Gazzetta

Nel 2008 la fotografa di fama internazionale Annie Leibovitz realizzò una copertina di Vogue con il campione di basket LeBron James e la supermodella Gisele Bündchen. Molti criticarono l’immagine, poiché sembrava “perpetuare stereotipi razziali“; si citò una “generica somiglianza” con famose scene del film King Kong tra il gorilla e Fay Wray. E presto si rilevò un'”incredibile somiglianza” con un manifesto americano di propaganda per la prima guerra mondiale (molto differente, naturalmente, sia rispetto al film che al manifesto è la posa sorridente e slanciata di Bündchen). Ecco confrontati la copertina e il manifesto:

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L’Europeo visto da lontano
Italia-Inghilterra

[Per l’ultima dei quarti, una nuova cronaca anticipata di Luca aka Wu Ming 3]

foto di Terry, Hart, Milner mentre raggiungono lo stadio

Terry, Hart, Milner mentre raggiungono lo stadio

Italia-Inghilterra

La grossa novità nel campo inglese era che allo stadio avrebbero portato la Thatcher. Dentro un sarcofago di vetro, stile Lenin, ma più vivace perché lei l’avevano messa in poltrona e ogni tanto tirava pure delle borsettate verso i  bodyguard, che però colpivano le pareti della teca. Pare che l’ideona fosse stata di Cameron e Boris Johnson, per dare allegria e stimoli alla squadra. Il saggio Roy aveva gradito un bel po’, e interrogato dai giornalisti italiani con il suo inconfondibile accento, in impermeabile e pipa, aveva commentato: – Una cazzata davvero graziosa. – Continue reading

Eurovisioni – In sostituzione di film cecoslovacco (ma con sottotitoli in tedesco)

[Dedicato a tutti coloro che si perderanno Italia vs Inghilterra perchè costretti a vedere un film al cinema. Ricordate: Fútbologia lotta al vostro fianco perchè non si ripetano simili soprusi]

Il ricordo si ricompone lentamente per frammenti sonori. La voce dell’annunciatrice, il saluto del telecronista. La nostra marcetta ammiccante e la loro avvolgente solennità. Il fischio dell’arbitro e l’inizio arrembante, come non avresti mai immaginato di vederne in tutta la tua vita. Se loro erano i leoni, noi quella sera sembravamo tigri. Ricerchi i fotogrammi nella tua memoria, ma non li ritrovi. Bagliori sommersi dal buio di una città fantasma. Pensi alla formazione e la ricomponi a tratti, a fatica. Con l’aiuto di una frequenza disturbata. La più bella partita mai giocata tra Italia e Inghilterra tu proprio non te la ricordi. Eppure dovevi vederla. Ma al suo posto è cominciato quel film. Continue reading

L’Europeo visto da lontano
Germania-Grecia

[Plot thickens: una nuova puntata delle cronache anticipate di Euro 2012 di Luca aka Wu Ming 3]

foto di Badstuber e Mertesacker

Badstuber e Mertesacker

Germania – Grecia

Che pochezza. Che totale assenza di fantasia. Che due coglioni.
E già, il bund, lo spread, la Merkel, la dracma. Il rigore. Il calcio metafora, il calcio diplomazia, il calcio arte della sopravvivenza. E il calcio nei maroni no? Madonna, c’era da tagliarsi le vene.

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L’Europeo visto da lontano
Repubblica Ceca-Portogallo (?)

[Una nuova puntata delle cronache anticipate di Luca aka Wu Ming 3, ma con il punto interrogativo]

foto The man behind

The man behind

Repubblica Ceca-Portogallo (?)

Va bene il calcio. Va bene tutto. Ok, sì i lusitani, CR7 e quanto ce l’ha lungo, e a quanto va al chilo, sì, faccia due etti. D’accordo, i quarti di finale, sì, niente in contrario, ovvio. Però c’erano cose che non potevano essere taciute oltre.  Cose grosse, manovre torbide.

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SHUT UP – eccedere alla fine dei tempi

[Riceviamo e pubblichiamo – da UiP47]

Kali

Premessa: Ho sempre amato Balotelli, dal primo momento in cui lo vidi. Vidi in lui qualcosa di diverso, qualcosa che spiccava, che eccedeva. Il suo modo di sorridere e di ridere, i suoi occhi in quel momento, qualcosa che ti fa dire: non è “come tutti gli altri”. È “diverso”. Purtroppo moltissimi altri hanno creduto di vedere questa diversità  altrove, e non sta altrettanto simpatico a moltissima gente. Anche a moltissima gente che mai farebbe un discorso razzista. Ho scritto quanto segue a mo’ di preghiera a Balotelli, dopo la seconda partita dell’Italia agli europei, non per una sua pubblicazione. Dopo la triste scena di ieri sera, cioè dopo lo schifo della telecronaca italiana RAI, che tifava palesemente contro un giocatore della stessa Italia, e dopo che Repubblica titola questo pezzo “Balotelli, le smorfie e poi il sorriso” invece di “Balotelli censurato ancora dai compagni bigotti”, ma soprattutto dopo che la prima parte della mia preghiera è stata così splendidamente esaudita, ne propongo la lettura, ma resto dubbioso sulla sua pubblicazione.

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Biscotto e Complotto (Perché Banderas al Mulino Bianco?)

[A quelli che temono i tarallucci senza vino di Spagna-Croazia; a quelli che cercano chi ha lasciato il dito nella marmellata o ha le mani in pasta, e quindi non credono che sia una semplice coincidenza il recente colpo di mano all’italiano Mulino Bianco dello spagnolo Antonio Banderas, mi permetto di consigliare due articoli su Repubblica: il primo rigidamente informativo, il secondo distesamente commentante. L’Amaca di Michele Serra non convince in toto ma la conclusione è da meditare: “È un calcio che da quattro giorni non riesce a parlare d’altro che di un fantomatico ‘biscotto’ ai propri danni: perché è tipico degli immorali essere anche vittimisti: la colpa è sempre di qualcun altro.”
A tutti gli altri propongo, invece e modestamente, il pezzo qui sotto.]

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L’Europeo visto da lontano
Italia-EIRE

[Settima puntata delle cronache anticipate di Luca aka Wu Ming 3]

PIIGS

PIIGS

Italia – Eire

Italia arrosto!

Distrutti dal caldo. Dal biscotto. Dai PIIGS (maiali), che d’estate fanno male. Non faremo la fine della Grecia (no no no). Ok. Ma che cazzo di fine faremo? E poi, la Grecia. Che cazzo di fine ha fatto?

In tutta Europa si ballava il sirtaki. Non per celebrare le memorabili imprese di Mr. Kivemmuortos e del suo wunderteam OccupyAreadiRigore. No. I frizzi, i trenini, le vuvuzelas (merda!), i cotillons e lo schiaffo del soldato, lo zucchero filato e il calcio in culo, erano il tripudio dovuto al responsabile trionfo elettorale della Banda Bassotti.

L’Europa, l’euro, il mondo intero e la galassia erano salvi. Merda, l’avevamo scampata bella. Salvi.
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L’Europeo visto da lontano
Italia-Croazia

[Sesta puntata delle cronache anticipate di Luca aka Wu Ming 3]

foto della Selezione Azzurri Piano B

L'intrepido squadrone azzurro del Piano B - Zoff, Lucarelli, Sollier, Vendrame, Fiom

Italia-Croazia

Italia sotto attacco. Della Croazia. Dell’Austria. Dei froci. Dello spread. Erano cazzi, in tutti i sensi.

Era scattato il piano d’emergenza, non si poteva più scherzare, con gli ustascia alle porte e gli ufficiali giudiziari alle Borse. Il nemico spuntava da tutte le parti, e faceva fuoco.

Un primo obiettivo era stato raggiunto: SuperMario aveva ottenuto i domiciliari su cauzione. Si parlava di un camper imbottito di euro, rubli, copechi, fucili e pistole, e qui le solite malelingue avevano fatto illazioni prive di fondamento su strane triangolazioni tra un famigerato procuratore, un celeberrimo campione svedese, un bel po’ di mafie, varie federazioni e un Presidente. Gossip. Porcherie che non meritano approfondimenti. Continue reading

L’Europeo visto da lontano
Polonia-Russia

[Quinta puntata delle cronache anticipate di Luca aka Wu Ming 3]

foto della Presentazione delle divise della nazionale Russa

Cerimonia di presentazione ufficiale delle nuove divise della nazionale Russa

Polonia-Russia

I valorosi compagni dell’Armata Rossa erano reduci da un rutilante successo, a spese degli storici vassalli socialisti cechi. Che poi era anche una giusta punizione verso quel viscido controrivoluzionario di Dubček. Oggi sarebbe toccata uguale sorte a un altro satellite della sfolgorante galassia sovietica. Beh, il compagno generale Jaruzelski se ne sarebbe fatto una ragione, d’altronde chi mai avrebbe potuto opporsi al fragoroso incedere, al marziale fraseggio dei suoi soldati calciatori, capaci di mantenere lo stesso ritmo anche a trenta gradi sotto zero? Il compagno Petr Lojaconosky, generale allenatore, guardava i suoi allenarsi. Orgoglioso. Pregustava già medaglie e onorificenze che il Presidente avrebbe elargito, e la dacia sul Mar Nero, e vodka e figa per tutti. Il Comunismo. Non poteva che andare così. Era scritto, scientifico.

Almeno questo credeva lui.

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L’Europeo visto da lontano
Ucraina-Svezia

[Bonus track, cronache anticipate di Luca aka Wu Ming 3]

foto di Zlatan Ibrahimović

Zlatan Ibrahimović pronto a scendere in campo a pochi minuti dal match

Ucraina-Svezia

Quando il calcio è politica.

L’ideona l’aveva avuta l’ottimo  presidente ucraino Yanukovych, che intanto si era autonominato Presidente Allenatore Unico della nazionale ospitante. Era uno schiaffo morale, un’imparata di creanza, una lavata di faccia, a tutti quegli scassapalle. Yulia Tymoshenko titolare. E pure col numero uno. Portiere. Ciapa su.

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L’Europeo visto da lontano
Francia-Inghilterra

[Quarta puntata delle cronache anticipate di Luca aka Wu Ming 3]

foto di Ribery con i suoi amici rappers

Frank Ribery con i suoi amici rappers

Francia-Inghilterra

Quanti erano i fottuti stereotipi? Quanti cazzo di cliches intasavano i cervelli di mezzo mondo sulla storica rivalità, nemicità, fanculità tra inglesi e francesi? Madonna, una roba insopportabile. E galletti e mangiarane di qua, e la perfida Albione e le donne racchie di là, e parlate come froci, e non vi fate il bidet, e c’avete l’“ordinateur” che cazzo vuol dire, e Trafalgar che Nelson vi ruppe il culo… Esticazzi no? Continue reading