Tag Archives: Manchester

La testa e i piedi di Ryan Giggs

[A partire da Voglio la Testa di Ryan Giggs di Rodge Glass, una riflessione di Wu Ming 4 pubblicata in tandem su Giap]

foto di Ryan Giggs con bambino

di Wu Ming 4

Non è mica facile raccontare il calcio in un romanzo. È come raccontare un film, come trovarsi in mezzo tra lo spettacolo e la sua trasposizione bicolore, parole nere su fondo bianco. Visioni, emozioni, velocità, da ricreare attraverso una tastiera che produce sempre la stessa nota. Un’impresa. Proprio per questo si tratta forse di una delle sfide narrative più affascinanti. E se i sudamericani, si sa, in questo sono maestri, con le loro dosi massicce di poesia e metafore, gli inglesi lo fanno in un modo tutto particolare, perché spoetizzano il campo da gioco e lo trasformano in un prisma da cui guardare le trasformazioni della società che sta attorno. Non solo sulle tribune, ma nelle vie adiacenti lo stadio, fin dentro i pub e le living room. Sul rettangolo verde insiste il mondo, con la filiera di vite, lavoro, denaro, che da ogni singolo riflettore puntato risale fino all’angolo più remoto del globo.

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Gestire il livore

[Una riflessione su “Voglio la testa di Ryan Giggs” di Rodge Glass, ma anche su “Zero a Zero” di Paolo Geremei di Fabrizio Gabrielli]

Copertina di Voglio la testa di Ryan Giggs

di Fabrizio Gabrielli

Dopo aver sfogliato l’ultima pagina di Voglio la testa di Ryan Giggs (di Rodge Glass, edito in Italia da 66thand2nd) mi è soggiunto un pensamento che avevo già fatto, nella solitudine dell’abitacolo mentre fuori pioveva tutto il cielo, di ritorno dalla visione di Zero a Zero, quel film di Geremei che probabilmente, se hai una passione per il fulbo, mi stai leggendo da dentro il GRA e non sei uno di quelli che per ragioni di campanilismo non guardano le cose della Roma come i musulmani molto ortodossi non addentano carne non halal, nove su dieci hai visto anche tu.

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Hooligan e droghe: come gli acidi e MDMA hanno interrotto la violenza in Inghilterra

Riceviamo e pubblichiamo.
Dalla redazione di Trappola del Fuorigioco abbiamo ricevuto il seguente articolo, in cui si racconta della relazione tra sottoculture musicali, consumo di stupefacenti e movimento hooligan in Inghilterra dagli anni ’60 ai primi ’90. Oltre a una breve storia del tifo organizzato inglese, vi è riportata la tesi del ricercatore Mark Gilman secondo cui questo intreccio abbia contribuito a interrompere il ciclo di violenze che ha connotato il movimento durante gli anni ’80.

Scena dal film “The Firm”, 2009

Scena dal film “The Firm”, 2009

di Redazione Trappola del Fuorigioco

Il rapporto tra calcio e droghe in Inghilterra appartiene, da sempre, allo schema di relazioni più complicate tra culture (e sotto-culture) giovanili e droghe. I campi di calcio della nazione inglese, infatti, rappresentano uno spaccato molto preciso delle sottoculture giovanili da almeno 40 anni.

Per molto tempo il consumo di droghe non è stato direttamente collegato al movimento hooligan. I due mondi sono venuti a contatto, secondo il ricercatore universitario Mark Gilman, soltanto verso la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ’90. Tutto d’un tratto le droghe e i rave party sono diventati popolari nella cultura calcistica; l’esplosione del fenomeno ‘Madchester’ e la diffusione della ‘acid house’ hanno sancito la definitiva unione tra hooligan e sostanze stupefacenti. Per comprendere come sia accaduto, conviene dare un’occhiata alla storia del movimento hooligan che, come Gilman spiega nel suo rapporto Football and drugs: two worlds clash, è stato portato avanti principalmente dalla classe operaia almeno fino alla fine degli anni ottanta.

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Back home. Time, Memory and Football

[Riceviamo e Pubblichiamo. Qualche giorno fa l’AFC Bournemouth è salito per la seconda volta nella sua storia in Championship League. Roger Bromley, professore emerito della Notthingham University e originario di Bournemouth, ci ha inviato questo magnifico articolo, che prende le mosse dall’evento per spaziare nei temi di identità e memoria. In una parola, fútbologico. Leggetelo tutto, anche la postilla biografica in fondo.]

1957 - Bournemouth and Boscombe Athletic fans show their support before the match

2 Marzo 1957 – Bournemouth and Boscombe Athletic VS Manchester Utd

di Roger Bromley

Molti anni fa la scrittrice Ella Winter aveva detto all’oramai dimenticato romanziere americano Thomas Wolfe, «Non lo sai che non puoi più tornare a casa?». Wolfe usò questa frase come titolo del suo ultimo romanzo, pubblicato postumo nel 1940. Nella parte finale del romanzo, George Webber, il protagonista, arriva alla conclusione che: “Non puoi tornare alla tua famiglia, tornare alla tua infanzia… tornare ai sogni di gloria e fama di giovane uomo, tornare ai luoghi di origine, tornare alle vecchie forme e organizzazione delle cose che un tempo sembravano eterne e che invece continuano a cambiare… rifuggire il  Tempo e i Ricordi”.

Tutto questo mi è tornato alla mente pochi giorni fa quando la squadra della mia città, l’AFC Bournemouth, ha raggiunto la promozione nella English Championship League (la seconda serie del campionato inglese) per la seconda volta nell’arco di centoquattordici anni, e dopo un’assenza di ventitré. Durante una cupa e gelida giornata dell’inverno 1950 assistevo alla mia prima partita a Dean Court a Boscombe (sobborgo di Bournemouth dove si trova lo stadio, NdT).

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Il National Football Museum di Manchester

[Riceviamo e pubblichiamo il primo di una serie di reportage che Alessandro Gori regala a Fútbologia]

di Alessandro Gori

La passione per il Beautiful Game

Mi trovo di passaggio a Manchester verso lo storico appuntamento con la partita che l’Udinese giocherà questo giovedì ad Anfield [quella di ieri sera, sai che goduria, NdR].

Già quest’estate in un’altrettanto rapida visita alla città ero rimasto sorpreso nel sapere dell’apertura, il 6 luglio scorso, del National Football Museum. Un museo dedicato interamente al calcio, una vera delizia per gli appassionati (e non), il più grande al mondo nel suo genere.

120817 National Football Museum Manchester Continue reading

Olimpiadi Laser

Olimpiadi di Londra 2012: Corea Del Sud – Brasile 0-3

[Riceviamo e pubblichiamo]
Alessandro Villari è volato a Manchester per la semifinale del torneo olimpico di calcio, Corea del Sud – Brasile. Lì ha raccolgo alcune impressioni estemporanee e disordinate sulla città, sulle Olimpiadi e sul match. Ce le ha regalate.

Il risultato della semifinale fotografato da Alessandro VillariPrimo tempo

Il mio viaggio a Manchester comincia con una lieta sorpresa: il leggero ritardo dell’aereo impedisce alla RyanAir di infliggermi l’insopportabile motivetto, munito di applauso registrato, che segue ogni atterraggio puntuale.

Ho prenotato una stanza senza curarmi di come fossero i collegamenti con l’aeroporto, con lo stadio, con il centro della città: mi ha conquistato la fotografia del Crown & Anchor – sì, dormirò sopra un pub. La seconda buona notizia della giornata è che il posto è in posizione perfetta, a pochi minuti a piedi dalla stazione collegata con l’aeroporto, dal tram per Old Trafford e dalla zona più moderna interessante di Manchester, il Millennium Quarter.

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