L’Europeo visto da lontano
Francia-Inghilterra

[Quarta puntata delle cronache anticipate di Luca aka Wu Ming 3]

foto di Ribery con i suoi amici rappers

Frank Ribery con i suoi amici rappers

Francia-Inghilterra

Quanti erano i fottuti stereotipi? Quanti cazzo di cliches intasavano i cervelli di mezzo mondo sulla storica rivalità, nemicità, fanculità tra inglesi e francesi? Madonna, una roba insopportabile. E galletti e mangiarane di qua, e la perfida Albione e le donne racchie di là, e parlate come froci, e non vi fate il bidet, e c’avete l’“ordinateur” che cazzo vuol dire, e Trafalgar che Nelson vi ruppe il culo… Esticazzi no?

Nella sala riunioni ne convennero tutti. Erano in quattro. Cameron e Hollande, in incognito, vestiti da surfisti con i bragoni multicolorati, camicie hawaiane e occhiali da sole a salamandra, non si guardavano, ma l’umore era ottimo. Il terzo, il C.T. inglese Roy Hodgson, come gesto di cortesia e disponibilità, si era vestito da ispettore Clouseau, ed era uguale. Solo che sotto l’impermeabile e l’ombrello aveva abiti tirolesi, vai a capire. Invece Laurent Blanc, omologo dei transalpini, come sempre sobrio ed elegante, indossava un’impeccabile tuta da passeggio delle SS.

All’inizio erano stati convenevoli di rito, atmosfera un po’ legnosa. Poi i due tecnici avevano scoperto forti affinità e convergenze. Troppi negri nel calcio. Andavano sfrondati, scremati, isolati. Così era scoppiata una bella e sincera amicizia. I capi di stato se ne erano molto rallegrati, e confermavano. Serviva la mossa del cavallo. Un biscottone esagerato.

Com’è, come non è, si era deciso per un onesto 0-0, un punto a testa e poi andavano avanti insieme, che tanto gli altri sai che pippe che erano. Si passava facile, alleanza a sorpresa e via. Ok, tutto fatto, alléz, come on, e dammi il tuo cellulare che non ce l’ho, prima di sciogliere la comitiva prese la parola Blanc, mentre accarezzava la fondina della Mauser: – Però a quello scassaminchia di Ribery non glielo diciamo. Quando si incazza nello spogliatoio tira fuori una scimitarra esagerata e fa cose assurde. Niente casini, tanto siamo tutti d’accordo. – Oui, yes, my friend, mon cher, vabbuò, du maron, ok, ci vediamo al campo.

Già durante gli inni i più attenti, i più scafati, i più sgamati, avevano capito che c’era qualcosa di strano. Le squadre li cantavano invertiti, i francesi si sgolavano su “God Save the Queen” e quegli altri su quell’altro. Solo Ribery aveva ricevuto una deroga e cantava il suo pezzo preferito, che si intitolava “Andate a fare in culo, brutti froci di merda”, una hit di un suo amico rapper di Marsiglia che gli piaceva molto. Ognuno ha i suoi gusti.

Un invasato. Un pazzo. Inarrestabile. Ribery aveva forse giocato il più grande primo tempo della storia del calcio. Urlando come un forsennato “Merde! Merde!” aveva dato spettacolo. Avevano provato con entrate omicide, tutti, ma niente da fare. Per ben due volte aveva dribblato i ventuno giocatori al completo e messo la palla in porta. E tutte e due le volte, esultando, si era denudato davanti alla sua panchina, proferendo bestemmie irripetibili, e lì si era capito, Blanc in primis, che lui la scimitarra se la portava sempre appresso. Insomma, al quarantacinquesimo Francia avanti 2 a 0.

Rooney, che era in tribuna squalificato, ciancicava sguaiatamente con il suo Ipad. Puntava online cifre astronomiche, attaccava la profondità, sì, ma del PIL della Norvegia. Dicevano che in meno di un’ora aveva movimentato un duecento milioni di sterline. Ma lo faceva solo per rilassarsi.

Al rientro per il secondo tempo, non si era potuto fare a meno di notare una cosa: la cicatrice del nostro eroe si era di molto allungata. Adesso lo attraversava, longitudinalmente, per intero. Dalla faccia fin giù alla caviglia destra. E lui sembrava meno in forma, qualcosa doveva essere successo. Comunque il gioco era ripreso e adesso erano in diciassette contro cinque, per salvare le apparenze. Malouda, per esempio, si era messo proprio la maglia inglese, per stare con i suoi amici e dare una mano in attacco. Quando, al diciottesimo, Ribery finalmente morì dissanguato, tutti in campo cominciarono a rilassarsi. Dai, che la recuperavano. E infatti, com’è, come non è, nell’ultimo quarto d’ora gli inglesi avevano segnato due volte, con gli ultimi francesi rimasti che avevano simulato un ictus simultaneo, e Malouda che aveva dovuto correggere in spaccata un tiro sbilenco di Terry a porta vuota per inchiodare ‘sto benedetto pareggio.

2-2. Evvai.

John Terry, emerito portabandiera dell’Inghilterra, intervistato in eurovisione, aveva rilasciato un commento laconico e misurato: – Rio Ferdinand non è solo negro. E’ anche gay. – A quel punto si era inserito il Trap, che aveva detto – Badstuber. Mertesacker. Terry. Strunz. Porcocazzo. Ho detto tutto. – Ed era finita lì.

Infine, il vostro cronista è anche costretto a ricordare un esecrabile episodio, una sventurata circostanza da rigettare, da condannare senza se e senza ma, senza min e senza chià. Le cose terribili che capitarono alla povera Pippa Middleton, giunta ignara e giuliva allo stadio per la partita, che si ritrovò per caso a finire dentro il pullman degli amici rapper di Ribery che tornavano a Marsiglia. Di cattivo umore.

Una brutta pagina del nostro calcio.

L.

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Tutta la serie de “L’Europeo visto da lontano” di Luca Wu Ming 3.

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