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Quelle brave canaglie del cortile accanto

[Riceviamo e pubblichiamo da Gianni Zanata, giornalista e scrittore sardo, un racconto tra periferia e mitografia cagliaritana. Per scelta editoriale i termini in sardo (casteddaio) sono lasciati volutamente senza traduzione. Se ne avete bisogno, chiedetecele al bot su Twitter o qui sotto nei commenti. Se poi vorranno essere i lettori sardi a fornire le traduzioni, ancora meglio]

di Gianni Zanata

Ho vissuto la mia infanzia in un cortile: era un trapezio d’asfalto grigio e corroso, delimitato da palazzi alti, case popolari, tante finestre e pochi balconi. Segni caratteristici: buche a volontà, polvere, sterpaglie, tre alberi spogli, e spazzatura all’occorrenza. Era un campo di calcio, era un teatro di disfide. Un po’ giungla urbana e un po’ terra di mezzo.

Per me e i miei amici – rappresentanti di un modello di gioventù tutt’altro che impeccabile – per noi piccole, brave canaglie, era semplicemente Il Cortile: la nostra patria.

foto di Gigi Riva che gioca a pallone con alcuni bambini nel quartiere Marina

Gigi Riva gioca a pallone con alcuni bambini nel quartiere Marina

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Asfalto storico. Brasile-Italia quattrauno

1970 Brasile - Italia 4-1 - Il terzo gol di Jairzinho

di Matteo Gatto

Quattrazzero, quando si fa sul serio, l’Italia non perde mai. Magari se ne va malissimo, senza farti sognare per niente, senza passare i gironi, o si scioglie ai rigori, o s’involve davanti a una Corea a piacere. Ma quattrazzero non s’era mai visto. Bisogna ammetterlo: ha fatto molto male.

Infatti, in queste settimane, incapace di rialzare la testa e guardare avanti a un futuro dominato da iberici e sassoni, mi sono voltato indietro e ho affrontato il lutto in modo insolito: osservando il lutto di una generazione precedente. Un’altra batosta, l’Altra Batosta. Città del Messico, 1970, stadio Atzeca, Brasile-Italia quattrauno. Non so ancora bene perché, ma me la sono vista tutta, dagli inni all’invasione di campo. Ha riaperto un mondo e rivalutato una prestazione: avevamo giocato bene. Così mi è parso.

“Qui è quasi mezzogiorno. È una strana mattina grigia e uggiosa che esce da una nottata di pioggia e temporale”. E già dall’introduzione meteoropatica di Nando Martellini che si intuisce l’imminente pesantezza di questa giornata. Continue reading

Gigi Riva. Ultimo hombre vertical

E’ impresa ardua raccontare un uomo, prima che un calciatore, complesso e affascinante quanto lo fu Gigi Riva. Luca Pisapia dev’esserselo detto chiaramente, prima di scrivere questo efficace romanzo/saggio biografico che spiega quel che significò l’avvento di Rombo di Tuono per il calcio italiano, coinciso con gli anni della sua rinascita internazionale. Evento che quel mondo parve, e pare tuttora, non aver compreso a fondo, ma che da solo sembra quasi poterlo redimere dai guasti che ciclicamente lo corrompono, evitandoci di sprofondare nella più totale disillusione. Continue reading