Euroghepard

[Riceviamo e pubblichiamo – La redazione di Fútbologia presenta un resoconto appassionato di Wu Ming 4 nel ruolo di Mr. OBA, Official Bench Assistant]

di Wu Ming 4

È d’obbligo una moratoria sui genitori. I padri soprattutto. Un giudice di pace dovrebbe interdirli dai campetti da gioco. In alternativa, un ceffo clavamunito dovrebbe osservarli minaccioso da una collinetta e intervenire rapido e implacabile alla bisogna. Senza questo deterrente, ogni piccolo cristo in campo ha il proprio ultra-allenatore che sbraita e inveisce e insulta: un superego patriarcale che tiranneggia da dietro la rete, con la testa a forma di gigantesco cazzo. Poi dice che crescendo diventano hooligans. Mi sembra il minimo.

foto della squadra Euroghepard

L'Euroghepard pronta e incazzata, Pocho Ismailovich concentrato sul pallone

I cinni, invece, sono grandi. Tutti. Anche se oggi i “grandi”, gli ottenni, non giocano, sono già passati di serie, e improvvisamente i sei-settenni si ritrovano a dover fare la partita.

Grandissimi tutti, sì, a dispetto di ciò che li attende fuori da qui per guastarli. Quelli che ci danno e quelli che non ne hanno voglia. Quelli che hanno piede e quelli che sono bozzi-bozzi e tarchiati ma rotolano contro gli avversari come fossero birilli. Quelli che si fanno sgridare dall’allenatore perché cazzeggiano a bordocampo. Quelli che vogliono entrare, ma devono giocare tutti. Quelli che muoiono di sete come se tornassero da quaranta giorni nel deserto. Quelli che imparano una lezione di vita: hanno fatto un goal, ma siccome durante l’anno non si sono mai fatti vedere agli allenamenti, vengono sostituiti per lasciare il posto ai più scarsi ma più costanti (perché quanto ad allenatori si può essere fortunati, soprattutto se li si confronta con altri, che mentre stravincono e mancano cinque minuti alla fine, sul calcio di punizione danno indicazione a un loro giocatore di andare “sul portiere”). Quelli che dovrebbero “andare su” ma non sanno cosa significa. Quelli che prima del rigore cantano in coro al loro portiere: “Massi-pa-ra-la!/ Massi-pa-ra-la!” e Massi non la para ma poi si prende i complimenti lo stesso. Quelli che quando fanno goal, anche se stanno perdendo di brutto, esultano e planano come avessero segnato alla finale di coppa del mondo.

A latere, incidentalmente: il cinno che conosco meglio è bollito prima di cominciare, corre inutilmente per il campo fino ad arrivare a chiedere il cambio con la lingua di fuori, più fradicio di Sergio Ramos. Nel secondo tempo rientra col cipiglio di chi è deciso a riscattare secoli d’ignominia. Misteri della biochimica infantile. Tra una versione e l’altra passa una lezione di sport: invece di correre alla cazzo per il campo seguendo l’azione come se dovessi filmarla, infilatici dentro, mettici il piedino e – direbbe un mio amico romano – “daje forte”. Vedrai che pressando e spingendo – come già accadde contro il temibile Progress Kastelmaijor, quando venne segnato il primo goal della squadra – la palla riesci a farla capitare a Sandrino, sotto porta, che tira al volo e fa il secondo goal.

Finisce 6 a 2 per gli altri (anche se il rigore non c’era, e comunque guai a chi contesta le decisioni arbitrali, niente buono per le patatine dopo la partita).

Poi è solo Euro 2012.
Ma quasi quasi meno divertente.

Mr. Oba
(Official Bench Assistant)

nota: leggi anche la riposta di Valerio Mastrandrea (Perché) e il nuovo intervento di Wu Ming 4 (Football Republic).

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