[stralcio ritrovato nei pressi del magazzino di un bar a Garbatella, Roma, tra il Vov e i gelati]
di Anonimo Mediocampista
«La prima caratteristica di quel calcio che potremmo definire molotov, è il conflitto. Non si tratta solo di “scontro” con l’avversario sul campo, ma anche e soprattutto conflitto ideologico e politico. La squadra con più storia ideologica di conflitto è “molotov”. La garra, ad esempio, come testimonia lo scritto del 1952 di Orphée D’Amblanc detto “Bomba carta”, Per una storia del calcio rivoluzionario, altro non è che un prodromo del calcio molotov».
Scriveva così nel 1978 Lucius de Sofris, scrittore guatemalteco appassionato di calcio e celebre per il suo testamento, nel quale specificava che avrebbe avuto una discendenza di “potenziali equidistanti cialtronazzi”. Della sua opera così importante e rilevante per la storia del giuoco del calcio, è giunto solo l’ultimo capitolo, l’Atto Quinto.