Category Archives: Fútbologia

La diagonale del rombo
(China Soccer Files – 5)

La fuga è veloce, cioè mi metto le scarpe e sono già in strada: libere tutti.

Keita al Dalian, Drogba allo Shanghai, Kanoute al Beijing, Aiyegbeni al Guangzhou FC (i rivali del Guangzhou di Lippi: proprio questa domenica sconfitti nel derby, con un gol all’ultimo minuto, come nei migliori derby… specie se a segnare è uno “che non lo sapeva”).

Il campionato cinese si riempie di stelle straniere e ora, forse, qualche cinese penserà: si comincia a ragionare. Italiani nessuno, e questo è un segnale.

Un amico procuratore mi spiegava alcune cose a proposito. Intanto che la crisi economica si trasfigura anche nel calciomercato cinese. Vista la pochezza generale del torneo, le squadre desiderose di avere stranieri (che fanno esotico e come diremmo a Genova un po’ di sciato) ma che non possono permettersi di spendere tanto quanto i grandi club nazionali, virano su calciatori provenienti da campionati di nazioni in grave difficoltà economica. Ad esempio: i greci hanno parecchio mercato in Cina.

Continue reading

Polvere bianconera di stelle

La prima stella è per farti ammalare e morire / Morire d’amore
E la seconda è per lasciarti andare / E per farti tornare
In questa notte selvatica e acquatica / La terza stella è scomparsa
E riapparsa / Per farti stancare
(Francesco De Gregori – Tre stelle )

Uno tra gli spettacoli umani più avvilenti è quello offerto da chi si dice convinto del proprio valore e si dimostra però insicuro e insofferente quando non trova a confermarlo, in ogni occasione, un plaudente coro plebiscitario. A colpire è la totale incapacità di cogliere l’incongruenza; il ragionamento di fondo, del tutto incomprensibile, risulta infatti questo: mi dico certo di quanto valgo, ma solo a patto che me lo confermiate tutti. Come se un atto di fede personale, prova di coraggio, orgoglio e fiera solitudine, debba sempre valere meno di una confortevole pacca sulla spalla e un rassicurante “sì, hai proprio ragione tu: sei il migliore”. Cioè la più umiliante negazione della fiducia in se stessi.
Per questo da juventino, orgoglioso dei colori per cui tifo (1), ogni volta che vedo Andrea Agnelli in televisione mi avvilisco irrimediabilmente.

Continue reading

Calcio e media

[di Enrico Marini, giornalista freelance e PhD student alla Universidad Carlos III de Madrid.]

Calcio e globalizzazione

Più dell’economia di mercato o della democrazia – come afferma il prof. Pascale Boniface – il calcio è l’unico fenomeno globale che non conosce confini. Mentre il FMI è costituito da 188 stati membri e l’ONU da 193, la FIFA supera tutti con 209. Globalizzazione che è perfino linguistica, la passione per il calcio ha coniato un linguaggio talmente diffuso presso tutti gli strati della società da essere usato, con sempre maggiore frequenza, in altri ambiti: la ‘performance’ oggi è quella della nazionale di Spagna che rifilandoci quattro gol vince il suo terzo titolo internazionale consecutivo, ma è anche il risultato economico di un’impresa, o dello stesso paese Spagna. Inoltre, soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale, i politici di mezza Europa fanno sempre più spesso riferimento alla metafora di squadra, con l’intenzione di trasmettere valori di unità e spirito di sacrificio.

Continue reading

Zambrotta, il bel gesto e il terrore del crollo (calcio e identità nazionale)

[Di Fabio Camilletti, assistant professor al dipartimento di Italian Studies all’università di Warwick.]

Quando Mandžukić, il 14 giugno scorso, segnò il gol del pareggio contro l’Italia (e il paragone sembrò farsi più concreto nel momento in cui, quella sera stessa, la Spagna asfaltò l’Irlanda per 4 a 0), il pensiero di molti si rivolse al 18 giugno di otto anni prima, quando un tacco di Ibrahimović – a cinque minuti allo scadere – aveva fissato il risultato sul pari, di fatto eliminando l’Italia dall’Europeo. A Oporto, nel 2004, l’Italia aveva giocato un buon primo tempo, andando in vantaggio per uno a zero. Col secondo tempo la squadra si era chiusa più o meno in trincea, e al 70’, forse per gestire meglio il risultato, Trapattoni aveva fatto uscire Cassano, l’autore della rete. Questa – a detta della maggior parte dei commentatori – era stata la causa principale della débacle (quella sera, con tono da profeta biblico, Aldo Biscardi commentò che il tecnico doveva aver ‘perso il lume del giusto’, spegnendo ‘la luce in campo’). Quel che più inquietava, tuttavia, era l’idea – chiara, e sottilmente perturbante – che quel gol dovesse arrivare, necessità dettata da qualche tara atavica e ineliminabile.

Continue reading

L’ultimo tackle. Storia di un partigiano-calciatore

[Riceviamo e pubblichiamo – di Domenico Mungo]

Qui ebbe i natali
BRUNO NERI
comandante partigiano
caduto in combattimento
a Gamogna il 10 luglio 1944
dopo aver primeggiato come atleta
nelle sportive competizioni
rivelò nell’azione clandestina prima
nella guerra guerreggiata poi
magnifiche virtù di combattente e di guida
esempio e monito alle generazioni future
(Iscrizione sulla lapide posta presso la casa faentina di Bruno Neri)

Oggi davanti all’Eremo di San Barnaba c’è un agriturismo intitolato ad un profumato fiore boschivo, il cui nome omettiamo per desiderio dei nuovi proprietari. Sono giovani imprenditori, figli della borghesia gaudente ed edonista dell’operosa e produttiva Emilia – Romagna. Giovani di Faenza. Vanno “lassù” solo al venerdì sera, per vedere come vanno gli affari e trascorrere il week-end in compagnia dei clienti, quasi sempre amici e conoscenti, a cui danno in gestione per intere settimane la cascina. Continue reading

Gēmen, un fratello (China Soccer Files – 4)

Nota giornalistica: il 12 agosto a Pechino si giocherà Napoli-Juventus. Che significa che i cinesi danno 5 milioni di euro: 2 alle squadre, 1 alla Lega. E pagano tutto: viaggio, alloggio, ecc.

Anelka in China

I cinesi, tra le altre cose (bussola, carta, ombrello e, tenetevi forte, la pizza!), ritengono anche di avere inventato il calcio. Non fate quella faccia, perché anche sul sito della Fifa c’è scritto che il primo segnale di qualcosa di vagamente simile al calcio è stato avvistato in Cina (andate a controllare, il link non ve lo do perché odio Blatter e non voglio regalargli accessi). Continue reading

I piedi (China Soccer Files – 3)

Children playing football in ChinaGirava una battuta tempo fa in Cina, che recentemente ho ascoltato in un baretto nato tra le viuzze delle parte storica di Pechino e che si chiama proprio “Bar Sport”. Diceva qualcosa tipo: «quello che manca ai calciatori cinesi per giocare al di fuori dell’Asia sono due cose: il piede destro e il piede sinistro».

Il livello del calcio cinese, quello della Super League, potrebbe essere paragonato alla serie B italiana attuale, ovvero una serie C degli anni 80 e 90. Al momento il calcio locale è anche di fronte ad alcune scelte molte importanti: proprio recentemente è stata stabilita la regola dei 7 stranieri, di cui solo 4 possono essere titolari. Continue reading

Vocabolario Fútbologico

[Intervista a Luca aka Wu Ming 3 a cura di Tiziano Colombi, già pubblicata sull’edizione online de L’indice dei libri]

Dal Super Tele a piazza Tahrir. Con Wu Ming 3

Estate calcistica. Il tenutario della rubrica scende dal bus e si piazza sul divano a seguire le partite. Poi gli viene una pensata.
Esiste un’idea di sport alternativa allo spettacolo?
Il calcio, oggi un sottoprodotto commerciale devastato dagli scandali, è stato, ed è, anche altro. Qualcosa di più di un business milionario.
Storie, sudore, desiderio, letteratura, lotta, ribellione.
Proviamo a scoprirlo con l’aiuto di Luca Di Meo (aka Wu Ming 3), penna e cuore del progetto Fùtbologia, festival di tre giorni che si terrà a Bologna a Ottobre. Continue reading

Appunti sull’estetica della ripresa calcistica televisiva

Rimpianti e domande

Tra i progetti sognati e mai realizzati da Jean-Luc Godard c’era quello di dirigere le riprese della partita finale di un campionato del mondo di calcio. Sfortunatamente Godard non poté mai realizzare il suo sogno e noi cinefili e calciofili siamo stati privati di un’esperienza estetica che, anche sulla carta, mantiene intatto tutto il fascino del possibile.

Questa introduzione piena di rimpianti serve come preambolo per un discorso più ampio (sebbene limitato alla sola dimensione sincronica) sull’estetica della ripresa televisiva calcistica. In questo post cercheremo infatti di rispondere a domande quali: Come vediamo il calcio quando lo vediamo in televisione? Quali sono i punti di vista mobilitati e come vengono articolati per produrre il racconto di una determinata partita? Infine quali gli effetti di senso che si producono? Continue reading

Il Subbuteo e i bei vecchi tempi mai esistiti

[Riceviamo e pubblichiamo – di Filippo Marano]

Per quelli che sono nati sul finire degli anni ’80 i bei vecchi tempi del football non sono mai esistiti. O meglio, hanno i contorni della leggenda, sono una mitologia a posteriori che non dà alcuna garanzia di essere mai esistita.

I primi ricordi calcistici di costoro sono probabilmente legati a una delle più cocenti e dolorose sconfitte della nazionale italiana: la finale dei mondiali statunitensi del ’94 persa ai rigori contro il Brasile. Gli avversari che ci batterono in quella partita rocambolesca (un episodio su tutti: Gianluca Pagliuca bacia il palo che lo ha appena graziato) rimarranno per sempre marchiati a fuoco nella memoria di un’intera generazione: in particolare, quella coppia d’attacco minuscola – solo per corporatura fisica– formata da Romario e Bebeto. Due nomi che fanno da spartiacque tra i miti verde-oro degli anni Sessanta e i ben più concreti successori di fine millennio, i primi veri calciatori robot della storia.

Roberto Baggio - Mondiali 1994 Continue reading

100 giorni x finanziare #Fútbologia

Da alcune settimane questo blog procede a ritmo alto.
Di pubblicazioni, scambi, contatti. Si tratta di un lavoro molto simile a quello della redazione di un quotidiano. Solo che in questo caso avviene grazie al contributo del tutto volontario di un discreto numero di persone – ragazze e ragazzi entusiasti dell’ipotesi un po’ folle Fútbologia – che dal primo momento sono partite pancia a terra per renderlo possibile. La prima cosa è un grazie sentito a ciascuna/o di loro, siamo anche un po’ sbalorditi da un simile apporto, nonché dall’attenzione e l’interesse giunto da tanti altri.
Un ringraziamento dovuto va anche a tutti gli autori che ci aiutano o saranno presenti. Ai Wu Ming, per esempio, che questa notte alle 00.00 sono stati i primi a pubblicare l’appello su Giap.

Adesso siamo arrivati a un momento cruciale. Oggi parte il crowdfunding. La modalità, che è anche un esperimento, per reperire le risorse necessarie a che il convegno, l’happening, o come meglio ci piace, possa svolgersi, a Ottobre, a Bologna. Continue reading

Valerio Mastandrea lancia il crowdfunding di Fútbologia

Valerio Mastandrea lancia il crowdfunding di Fútbologia.
In cento giorni a partire da oggi.

Sostienici su Eppela!

[da Giap] “La domanda è semplice e complessa al tempo stesso:
nell’epoca della crisi più devastante della storia contemporanea si possono chiedere soldi per organizzare un convegno sul calcio a Bologna? Si possono chiedere a tutti, anche a quelli che a Bologna non potranno venire?

La nostra scommessa parte da una risposta affermativa, per quanto folle possa apparire.
Se i tempi sono avvilenti e viviamo la stagione dei tagli, dell’assenza di risorse (sia pubbliche che private), allora proprio per questo c’è bisogno di inventarsi un margine di manovra diverso. L’alternativa potrebbe anche essere non fare più niente.”

Libro e moschetto, calcio e fischietto

[Riceviamo e pubblichiamo gli appunti che seguono da Gabriele Venditti, direttore della Biblioteca Michele Romano di Isernia.]

«Italia piccola e triste, carica di monumenti in redingote, nella cui capitale il gioco del calcio, italianissimo, dovevano essere i primi a giocarlo, con gran fuga di bambinaie e contravvenzioni di guardie municipali, i seminaristi inglesi, nei prati di Villa Borghese» (O. Vergani, 1928)

Manifesto Italia - Campionati Mondiali di Calcio 1934Quando Vergani nella prefazione di Vita al Sole di De Marchi ci consegna il bozzetto di una Villa Borghese messa a soqquadro dalle tonache svolazzanti di albionici chierici albini che inseguono la palla come in una fotografia di Giacomelli, ci sta in realtà traviando l’immaginario consegnandoci una fotografia di primo Novecento, giacché alla fine degli anni Venti l’italianissimo, e quindi fascistissimo, gioco del calcio non è più bizzarro passatempo per seminaristi inglesi, quanto passione matura e popolare, che si gioca negli stadi e si legge sui giornali. Continue reading

Wilson Raj Perumal, il Maradona delle combine

[di Mazzetta, l’amico mediattivo.]

Pochi sanno che la scoperta dell’ultimo giro di partite truccate nel nostro campionato di calcio si deve a Wilson Raj Perumal, un artista, un uomo unico nel suo genere.

Perumal è un fixer, l’uomo che combina i risultati e la definizione per Perumal è un po’ stretta, perché si tratta a tutti gli effetti di un Maradona delle combine, quello che ha giocato in più campionati, che ha messo a segno i colpi più spettacolari e che ha seminato tutti gli avversari sui campi di ogni continente.

Continue reading

China Soccer Files – 2

Per dire: ieri è uscita questa notizia sui media cinesi. Un uomo si è sciroppato per 11 notti di fila tutte le partite dell’Europeo, che significa a mezzanotte la prima e alle due e quarantacinque la seconda. Si tratta di andare a letto alle cinque del mattino e svegliarsi verosimilmente tre ore dopo. O due.

È morto. È successo a Changsha (dove la prossima settimana partirà la nuova produzione Fiat in Cina, con tanto di maglioncino Marchionne presente: segnali?).

Ed è successo poco dopo che Balotelli la metteva contro l’Irlanda (o forse quando per gli strani giochi delle regole UEFA l’Italia era addirittura prima nel suo girone).

Continue reading