Wilson Raj Perumal, il Maradona delle combine

[di Mazzetta, l’amico mediattivo.]

Pochi sanno che la scoperta dell’ultimo giro di partite truccate nel nostro campionato di calcio si deve a Wilson Raj Perumal, un artista, un uomo unico nel suo genere.

Perumal è un fixer, l’uomo che combina i risultati e la definizione per Perumal è un po’ stretta, perché si tratta a tutti gli effetti di un Maradona delle combine, quello che ha giocato in più campionati, che ha messo a segno i colpi più spettacolari e che ha seminato tutti gli avversari sui campi di ogni continente.

La storia, per come ce la raccontano Perumal e altri testimoni della sua originale epopea è quella di quattro triadi cinesi che si sono associate e che, operando attraverso Singapore per dare meno nell’occhio, hanno corrotto tutti i calciatori e gli arbitri che potevano, per mungere il più possibile la vacca delle scommesse sul calcio. Che solo in Cina muovono due miliardi di dollari a settimana e in genere assorbono nel mondo i due terzi delle scommesse sportive. Un business estremamente liquido destinato ad espandersi ancora in futuro soprattutto nel Celeste Impero, dove i laboriosissimi cinesi hanno una particolare propensione per il gioco d’azzardo.

Perumal è di origine Tamil e a Singapore ha un curriculum da criminale di modesto cabotaggio e, anche se ha dovuto lasciare il paese perché è ricercato per aver investito un poliziotto in auto, pochi in patria erano al corrente della sua qualifica di uomo di punta del sindacato, retto dal boss cinese Dan Tan Seet Eng. Proprio il sindacato che fin dagli anni ’90 individuò nel truccare le scommesse un business in crescita, destinato ad assumere dimensioni simili a quello della droga o della prostituzione, presentando però molti meno rischi per chi vi si dedica. Con 208 federazioni conosciute, 10.000 squadre professionistiche e partite giocate tutti i giorni e a tutte le ore, il sindacato aveva davanti a sé una prateria sterminata, bastava saperne approfittare. E ad approfittarne nessuno tra i fixer a disposizione del cartello delle triadi cinesi era più abile e più frenetico di Perumal, che ha la cittadinanza di Singapore, modesti trascorsi calcistici, un bell’aspetto e parla un inglese fluente, ma soprattutto si è dimostrato uno che il mestiere ce l’ha nel sangue, al punto da innalzarsi dagli oscuri bassifondi delle scommesse truccate all’empireo dei campioni dell’arte. Perumal preparava i risultati e batterie di cinesi attaccati al computer scommettevano un gran numero di piccole somme presso quanti li quotavano in rete o nelle ricevitorie locali.

Un artista che negli anni è riuscito a truccare centinaia di match, a mettere a libro-paga intere nazionali e persino a organizzare amichevoli tra nazionali che non si sono mai disputate (ad esempio un incontro under 21 Turkmenistan – Maldive che nessuno ha mai visto, finito in teoria 3-2), ma che sono finite lo stesso sui tabelloni degli scommettitori. Ghana, Zimbabwe, Siria, Bolivia e Sudafrica sono solo alcune delle rappresentative nazionali che il nostro eroe aveva messo sotto contratto, organizzava lui le loro amichevoli, forniva l’arbitro e decideva il risultato. Con i soldi delle triadi non gli era difficile corrompere le povere federazioni africane, i giocatori e gli arbitri, ma non era solo una questione di soldi, Perumal ci sapeva proprio fare, tanto che poi spiegherà, per fare un esempio, che la sua presa sulle squadre corrotte era tale che nemmeno Assad aveva un potere superiore al suo sulla nazionale siriana. I buoni rapporti con le nazionali erano seguiti da buoni rapporti con i giocatori e ancora oggi al nostro si stringe il cuore quando racconta di come il suo esserci facesse la differenza per alcuni calciatori di alcuni paesi.

Putroppo per lui, a lungo andare arrivò anche la noia, il lavoro non lo emozionava più come un tempo e i suoi virtuosismi erano ormai diventati routine. Così decise di corteggiare il rischio e divenne a sua volta un forte scommettitore, puntando forte su squadre come i Chicago Bulls (basket Usa) o il Manchester United, che sapeva non essere corrotte.

E qui Perumal si rivela un vero Maradona, capace di smarrirsi non appena esce dal campo e, nelle vesti di scommettitore onesto in appena tre mesi perse circa 10 milioni di dollari. Esauriti i fondi decise di recuperare a spese delle triadi e cominciò a intascare i soldi che dovevano servire per combinare i match, sperando che si concludessero comunque come sperato. In breve s’indebitò con i boss e, alle strette, arrivò nel 2010 a organizzare un’amichevole tra Togo e Bahrain alla quale portò al posto del Togo una squadra d’impostori talmente malmessa da sollevare più di un sospetto. Diplomaticamente il coach della nazionale dell’emirato, Josef Hickersberger, dichiarò che “non erano in grado di sostenere i novanta minuti”, mancando però di chiedersi come mai la sua squadra allora si sia fermata proprio al 3-0 richiesto da Perumal. A propria volta il Maradona delle combine non ha mai detto dove avesse trovato la ventina di brocchi che ha spedito a Manama e nemmeno confessato la corruzione dei calciatori di al Khalifa.

La Nazionale del Barhain contro la finta Nazionale del Togo

Ma non è stato il canto del cigno, perché il nostro eroe aveva ancora molte altre frecce al suo arco. Dopo essersi trasferito sotto falso nome e falso passaporto a Londra, da dove gestiva al telefono alcuni campionati tra Africa e Medioriente, parte all’improvviso alla volta della Finlandia e, all’inizio del 2011, è a Rovaniemi,  a pochi chilometri dal circolo polare artic,o nel luogo conosciuto come “la città di Babbo Natale”; lì la sua storia di fixer avrà bruscamente fine. Il 20 di febbraio un cittadino di Singapore entra infatti nella stazione di polizia di Rovaniemi e denuncia che un altro cittadino di Singapore di nome Wilson Raj Perumal è in città con un passaporto falso, poi se ne va senza dire altro. I poliziotti della tranquillissima cittadina restano perplessi e decidono di osservare cosa combina Perumal dalle loro parti, ché di grossi traffici criminali ne vedono pochi. Lo osservano così mentre s’incontra con tre giocatori del locale Rovaniemen Palloseura, squadra che nel campionato finlandese non ha mai vinto niente, ma orgoglio della Lapponia. La polizia assiste a quella che sembra una furiosa sgridata, con i tre calciatori che seduti al ristorante cercano di nascondere i volti il più possibile. Il giorno dopo Perumal è agli arresti e dal suo traffico telefonico i finlandesi risalgono ad altri calciatori e altre squadre finlandesi, scoppia lo scandalo delle scommesse in Finlandia e il rumore oltrepassa le frontiere.

Avvertita la FIFA, tra la sorpresa dei finlandesi pochi giorni dopo a Rovaniemi sbarca Chris Eaton, che della FIFA è un po’ lo sceriffo, o meglio, lo era. Eaton è un australiano che dopo una carriera in patria arriva all’Interpol e infine è scelto dalla FIFA per curare la sicurezza dei mondiali sudafricani. Impressionati dalla sua professionalità, quelli della FIFA lo assumono e gli affidano il compito di combattere il fenomeno dei match truccati. Quando però Eaton coglie la dimensione del fenomeno e propone un piano per contrastarlo con veemenza “come con il terrorismo”, la FIFA gli darà il benservito. A maggio, questo maturo poliziotto baffuto è diventato Director of Sport Integrity per l’International Centre for Sport Security (ICSS), una società privata che offre a pagamento alle federazioni sportive di fare quello che non sono capaci di fare. La FIFA ha detto che ovviamente resta intenzionata a combattere il fenomeno, ma intanto si è liberata dell’uomo più prezioso che aveva per farlo. L’organizzazione di Blatter incassa un miliardo di dollari all’anno comunque vada e si può ben dire che i suoi dirigenti non ci abbiano fatto la figura di quelli che vogliono stroncare il crimine. Troppe spese e troppi disturbi. Ci pensino le polizie nazionali e le grandi centrali delle scommesse legali, se ne hanno voglia.

Eaton sa bene chi è Perumal, che una volta scoperto decide di collaborare con le autorità. Scopre e spiega che il suo arrivo a Rovaniemi ha significato la fine della pazienza delle triadi, stanche di uno che si era un po’ montato la testa e che aveva persino pubblicato un profilo su Facebook nel quale si presentava come organizzatore d’incontri, indicando l’identità di soci e collaboratori che sicuramente avrebbero preferito evitare. Ma quello che ha fatto davvero infuriare Dan Tan in persona è stato il fatto che Perumal ha mandato a monte l’acquisto del Rovaniemen Palloseura, che Dan Tan aveva deciso di comprare in quanto era una delle squadre che più avevano fatto guadagnare le triadi. Sembrava un affare, ma a un certo punto una serie di agitatissime telefonate tra acquirenti e venditori resero chiaro a tutti che Perumal si era intascato buona parte dei soldi della compravendita. Ecco allora la soffiata, destinata a togliere di torno il fuoriclasse che ormai giocava da solo e anche contro la sua squadra.

Perumal non è esattamente il tipo del criminale incallito che non parla nemmeno sotto tortura e per di più si è sentito un po’ tradito, tanto da scrivere: “Avrei ammirato il nemico se mi avesse portato la spada al cuore invece che alla mia schiena”. Così, dopo aver deciso di collaborare, è diventato la fonte di maggior valore per la FIFA e i giudici che cercavano di perseguire calciatori e squadre corrotte, tanto che tra i 25 paesi che oggi hanno inchieste in corso, quasi tutti sono debitori delle confidenze di Perumal, figura chiave anche nello scoperchiare lo scandalo nel nostro paese. La serie di scandali a catena ha avuto un effetto particolare sulla sorte del nostro eroe che, scontato un anno di reclusione in Finlandia, è stato liberato ed estradato in Ungheria. Paese che ovviamente lo cerca per interrogarlo sulla corruzione del campionato ungherese, dove ora è ospite in una residenza protetta e dove, secondo quello che hanno lasciato trapelare le autorità, sta raccontando le connessioni del sindacato di Singapore con altri gruppi criminali europei. Ma dopo l’Ungheria c’è la fila di procure europee che vorrebbero avere l’onore di sentirlo e che attendono educatamente il loro turno, roba che neanche Bin Laden… In fondo lui lo aveva scritto chiaro e tondo dalla prigione: “Ho le chiavi del vaso di Pandora e non esiterò ad aprirlo”. Hanno sbagliato a non credergli e anche a pensare che potesse essere sostituito con facilità, come dimostra il fatto che le due amichevoli organizzate dal suo luogotenente ed erede ad Antalya (Lituania-Bolivia e Estonia-Bulgaria) sono finite sotto osservazione da parte di più federazioni fin dal loro annuncio.

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