[Riceviamo e pubblichiamo. Una serie di istantanee raccolte da Dario Falcini ci raccontano il genocidio del popolo armeno, ricordato a cento anni di distanza, e le rivalse che hanno attraversato anche il mondo del calcio]
di Dario Falcini
La più nota tra le litanie armene inizia con Abrahamyan e termina con Petrosyan. Tra l’uno e l’altro è fatto divieto di incepparsi, nonostante vari attentati alla logopedia e abuso di patronimici.
Un paese che più di altri non aveva bisogno di eroi, e ne scoprì undici senza nemmeno cercarli, in un giorno di primavera del 1973. Fino ad allora il campionato sovietico era stato un giocattolo delle squadre di Mosca, al più la competitiva Ucraina o la prolifica scuola georgiana potevano ambire allo sgambetto.
Nell’anno 55 della Rivoluzione dei Soviet la provincia più estrema, divenuta squadra sotto i colori dell’Ararat Yerevan, conquistò un incredibile scudetto: l’orgoglio di un popolo schiacciato dallo stivale della storia esplose.