Premessa: «non è il caso di farsi i pompini a vicenda» (cit. Mr Wolf), ma nemmeno essere troppo modesti. Il debutto è andato bene. Molto, da ogni punto di vista.
È stato faticoso, un eccezionale sforzo collettivo, ma lo avevamo promesso: «un giorno intero a parlare di pallone».
Ora siamo pronti per «andare in analisi»
Pubblico eterogeneo, trasversale, intergenerazionale
Era un weekend lungo, ma la partecipazione di pubblico è stata ottima. Il numero di presenze era significativo già all’apertura, alle ore 10.00, e la sala si è riempita velocemente senza più svuotarsi fino a sera.
Tuttavia la nostra prima importante constatazione è la difficoltà di individuare la predominanza di un singolo raggruppamento sociale. Persone di ogni età, giovani e anziani, padri con bambini e una buona presenza femminile, che non davamo per nulla scontata: non erano la maggioranza, ovvio, eppure c’erano tante donne. Una partecipazione visibile, interessata, e trasversale, non confinata ai soli appassionati del pallone.
Il Discorso
Alla puntata zero di Fútbologia abbiamo dato un tema: sul “filo della parola” e il punto di vista sul fútbol.
Dalla parola e dal punto di vista “esterno” dello storico inglese John Foot, e poi quello “da dentro” il calcio di Paolo Sollier, cha abbiamo presentato con l’aiuto di Valerio Mastandrea. In chiusura il «documento che si fa monumento» nella parola letteraria e cinematografica: la presentazione e la proiezione del film “Il mundial dimenticato” di Filippo Macelloni e Lorenzo Garzella, ispirato dai racconti di Osvaldo Soriano.
I contenuti
A rompere il ghiaccio al mattino ci ha pensato John, davvero molto bravo nel modulare argomentazioni solide e analitiche con aneddoti di carattere personale.
Si è parlato di storia del giornalismo sportivo, di come il declino attuale del sistema calcio italiano sia stato preceduto da un più generale impoverimento culturale del dibattito e, contemporaneamente, del farsi egemone di un modello di linguaggio e comunicazione che ha varcato i confini del giornalismo sportivo. Una discussione su buoni ritmi, cadenzata dagli approfondimenti teorici di John e punteggiata dalle letture di Luigi Chiarella (Yamunin) e dalle proiezioni in video.
Ci sarebbe stato ancora tanto da dire e da mostrare, ma il tempo era poco e siamo stati costretti a tagliare “al volo” molti dei materiali selezionati.
”]Mentre John era al pub per guardare l’Arsenal (purtroppo per lui, ma si rifarà con l’inter a sera), abbiamo dato inizio all’incontro pomeridiano. Grazie alla carica popolare e umana di Paolo e Valerio, ha avuto un andamento più rapsodico, per strappi e suggestioni, ma non meno vitale e partecipato. I temi e gli aspetti toccati sono stati tanti: passando per incroci e siparietti divertenti, le tematiche hanno sfondato il semplice universo calcistico. Si è discusso di razzismo, omofobia, femminismo, per tornare poi a considerazioni di cronaca e attualità, come la tecnologia in campo o la tessera del tifoso («La tessera del tifoso è una grande cagata», parola di Sollier).
Gli stralci letti dal libro di Paolo del 1976 hanno sorpreso e affascinato i presenti, culminando in applausi di consapevolezza sulle parole: «è razzismo considerare inferiore chi ha una pelle sessuale diversa».
Non era fondamentale aderire a ciascuna delle tesi o delle affermazioni di quanti hanno preso la parola, dal palco e dal pubblico: proprio questo ha dato tono e qualità alla voce collettiva che ne è emersa.
Il Mundial dimenticato, Soriano e la parola letteraria.
La sala gremita alle 16:00 di sabato pomeriggio e l’attenzione degli spettatori dopo ore di discussione è un altro dato non scontato che va registrato con soddisfazione. I commenti e le risate hanno punteggiato l’intera proiezione del film, imponendo agli esausti organizzatori un ulteriore dibattito.
Iniziato in Salaborsa e poi proseguito.
Al Bartleby
Le ultime stille di sudore e parole da John Foot e Filippo Macelloni, accompagnati dalle carcasse di alcuni dei promotori, le abbiamo estratte durante una chiacchierata estemporanea su un comodo divano nello spazio occupato di via Petronio Vecchio.
Tra i molti interventi del pubblico che era migrato in massa, si è tenuto un dibattito disomogeneo e altalenante, ma rilassato e in un clima di informalità conviviale quanto mai opportuna. Senza soluzione di continuità si è passati alla cena popolare (lasagne per tutti), alla proiezione del super match Juve – Inter (arricchito dagli sfottò e dai commenti accesi di tifosi e alieni), al northern soul di Wu Ming 5.
Finale epico alle 2.30 del mattino con il coro di una sala ancora affollata: “You’ll never walk alone”.
Il nostro plauso ammirato ai compagni del Bartleby per la gestione di tutta la seconda parte della giornata.
Lo Staff
Un’alchimia eccezionale, oltre ogni ottimistica previsione. Non erano poche le persone che si trovavano a incontrarsi per lavorare insieme per la prima volta. Alle 8.00 in punto pronti via, come se ci si conoscesse da anni e hanno tutti tenuto botta fino a notte.
L’armonia tra i sorrisi ha garantito lo svolgimento senza intoppi dell’intero evento, sia dal punto di vista logistico e organizzativo (accoglienza, ospiti, pasti, tesseramento di supporto), sia tecnico (registrazioni video e audio, live streaming, live twitting, fotografi).
A cena tutti insieme, per suggellare una giornata straordinaria.
Conti (Non Bruno)
L’accesso all’evento era completamente gratuito.
Abbiamo raccolto grazie alle donazioni circa 1500€, li abbiamo spesi quasi tutti tra volantini, manifesti, noleggio attrezzature, pasti, alberghi, rimborsi viaggio, sala, pulizie, sicurezza.
Il nostro ringraziamento va a chi ha donato e a chi ha lavorato, contribuendo in ogni modo alla riuscita dell’evento, sia prima che durante.
Ci interessava molto provare a dimostrare che: si può fare.
E si può fare.
Prospettive
La nostra soddisfazione traspare evidente. Questo non toglie che il contesto e l’evento siano migliorabili in ogni aspetto. Era una prima volta, un numero zero, era importante che andasse bene. Questo ci permette di fare valutazioni su come proseguire, e di non sentirci appagati dal buon esito raggiunto.
Stiamo ragionando su un programma possibile di iniziative che richiederanno un impegno e una qualità ancora maggiori, imponendoci di migliorare e rendere ancora più operativi i livelli di collaborazione e il coinvolgimento di altri soggetti.
Il blog vuole crescere ed evolvere, affinarsi come strumento e diventare potenziale vettore di ulteriori operazioni. Senza fretta, non imponendo cambi di ritmo troppo bruschi da sostenere, ma con la consapevolezza di avere solo cominciato il percorso.
Crediamo sia stato visibile a molti che il terreno è fertile, può incrociare l’interesse di molti e si presta a questioni molteplici, con risvolti di carattere sociale e culturale. Quel pallone che rotola sul campo non è solo.
Il campionato è appena cominciato.
Luca & Christiano
[Naturalmente ancora grazie a Fabrizio, Flavio, Yassin, Ciccio, Zane, Michele, Paola, Claudia, Giuliana, Valerio, Stefano, Enza, Tony, Gary, Ivonne, Matteo, Luigi, Alessia, Valentina, Alessandro, Lalla, Francesco, Damiano, Roberto, Federico, Giovanni, Riccardo, Andrea, Alex, Emanuela e a chi colpevolmente lascio fuori solo per avere perso il conto]
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non è che sia proprio sottotitolato!!!
Non esiste versione con eng sub?
Ti riferisci al documentario nel post Essere campione è un dettaglio?
Se si, non riesci a vedere i sottotitoli?
Su desktop bisogna accenderli con l’apposito pulsante in basso a destra nel player.
Su iPhone non si vedono perché il player non li supporta. Ne faremo una versione con i sottotitoli codificati nel video.
Esiste anche la versione sottotitolata in inglese: è all’indirizzo del canale ufficiale riportato sotto il video.
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