Da alcune settimane questo blog procede a ritmo alto.
Di pubblicazioni, scambi, contatti. Si tratta di un lavoro molto simile a quello della redazione di un quotidiano. Solo che in questo caso avviene grazie al contributo del tutto volontario di un discreto numero di persone – ragazze e ragazzi entusiasti dell’ipotesi un po’ folle Fútbologia – che dal primo momento sono partite pancia a terra per renderlo possibile. La prima cosa è un grazie sentito a ciascuna/o di loro, siamo anche un po’ sbalorditi da un simile apporto, nonché dall’attenzione e l’interesse giunto da tanti altri.
Un ringraziamento dovuto va anche a tutti gli autori che ci aiutano o saranno presenti. Ai Wu Ming, per esempio, che questa notte alle 00.00 sono stati i primi a pubblicare l’appello su Giap.
Adesso siamo arrivati a un momento cruciale. Oggi parte il crowdfunding. La modalità, che è anche un esperimento, per reperire le risorse necessarie a che il convegno, l’happening, o come meglio ci piace, possa svolgersi, a Ottobre, a Bologna. I soldi serviranno per la copertura delle spese vive (viaggi, alloggi, catering, logistica, rimborsi… ) indispensabili per realizzarlo. Ma anche per tenere in piedi tutto questo, cioè la comunità di persone che si sta sbattendo per renderlo possibile.
Vorremmo che il blog avesse una continuità che vada ben oltre la data del meeting, e che servisse, tra le varie, a replicare simili iniziative anche in altri luoghi nei prossimi mesi.
Ma è ovvio che tutto ruota intorno al Convegno. Al primo evento. Esso è la premessa, logica e necessaria, perché tutto il resto possa accadere.
Sono tempi duri, molto. E’ difficile, da tutti i punti vista, chiedere uno sforzo, e denaro, a tutti voi. Non lo si fa a cuor leggero. Eppure ci proviamo. Perché l’evento sia poi gratuito, per tutti, nella sua fruizione. Perché sia prodotto dal basso e senza padroni, del tutto indipendente. Perché abbia una copertura informativa non istituzionale ma almeno altrettanto efficace. Perché, appunto, sia replicabile senza per forza affannarsi nella ricerca di piccoli o grandi sponsor locali. Per vedere se ce la facciamo a fare una cosa bella con le sole energie e disponibilità che riusciamo a mobilitare.
Serve il vostro aiuto. Ciascuno secondo quello che può, che ritiene opportuno, congruo al proprio interesse per una simile iniziativa. Il ringraziamento è già obbligatorio, ma l’esito non è scontato. L’asticella è alta, però questa partita la vorremmo proprio vincere.
Come vedete nel video qui sopra, anche il nostro fratello-testimonial d’eccezione è un po’ imbarazzato, che ci volete fare è timido ed è molto cosciente delle difficoltà del momento. Su, fate uno sforzo. Non vorrete mica che poi diamo a lui la colpa del nostro fallimento, vero? Non se lo merita.
Fútbologia. Daje.
Christiano e Luca
L’ho sempre detto, il calcio è una droga di massa.
Tutti rimbambiscono e credono si tratti di una cosa bellissima, mal gestita dai proibizionisti e sfruttata dagli spacciatori… “In fondo io e te, a quell’età, sul campetto dietro la chiesa… eh? chi non se lo ricorda…
Non vorremo mica lasciarlo a quelli che si vendono le partite e a raiuno che commenta gli europei? No! ci siamo anche noi, come quella volta sul campetto della chiesa.”
Già della chiesa. Il campo da calcio e la chiesa. Il campo è la chiesa.
“No, tu no capisci un cazzo, il calcio è da femminizzare, come l’esercito, i carabinieri, le sopracciglia, il fitness. Noi siamo una società maschile e violenta e dobbiamo viverla in altro modo. Forza donne, tutte coi tacchetti e mi raccomando in campo: facciamogli il culo!”
Già, io non capisco un cazzo, come posso vedere sotto cattiva luce una impresa così eroica (strappare il calcio al malaffare) che pure i vippi di sinistra ci sono dentro.
Carissimo Mastandrea, esporre la dinamica e la tecnica di una raccolta fondi è stata una bella idea, forse tra le poche che possono mostrare sta porcata del vippo esposto per far spicci/audience/pubblico… come una cosa buona e giusta.
Siete tutti apprezzabili, per le cose belle e buone. Per gli sforzi di tutti gifuni si spoglia gaddianamente e germano sghignazza ner firm dellamico… Siamo tutti gentili tanto che usiamo noi stessi per far crescere fiori dai diamanti… ma il problema non erano proprio i diamanti? Calcio e vip, vip e calcio, ricchi e fortunati da emulare e invidiare… uhm sto cerchio mi sta stretto, io vorrei scendere e mandarvi tutti a zappare… ma invece mi iscriverò al fantacalcio, che magari mi passo un inverno a far finta di essere il capo dei vip, e magari vinco anche du spicci a quei fessi dei miei amichetti.
Già, il calcio, futbologia, sornione alte citazioni, logos e futbol nella stessa parola, sì, perché a bologna mica si parlerà del rigore e della finta caduta. Eh no! Ora, sul calcio, si fanno le tre giorni di approfondimento. Si parlerà di Rivera, “ma te lo ricordi mexico 70? eh? va be’ ma allora che parliamo a fare!” e dei bei tempi del calcio di una volta (bagnati dall’acqua santa chi si smarca più?!). Si parlerà di politica (perché il calcio è politica eh?, aoh! Cioé potere, media e politica! mica solo palle che rotolano, eh!?) con gente che sul calcio c’ha scritto i libbroni e anche con gente che ha conosciuto e i vipponi di ‘na vorta e che lui sì! lui sì che se lo ricorda com’era una volta! Si parlerà pure di moggi che ha il doppiomento, e è uno brutto, davvero, e basso e poi ce n’è altri di brutti e bassi come lui, perché il problema sono quelli lì, brutti e bassi. Non questi qui alti e con la barbetta sfatta.
Ora, sì, lo dico, perché poi in questo che è chiaramento uno sfogo che spera di increspare un minimo il piattume del “dai dai dai” (stop, fermi, uascimo un momento, solleviamoci, guardiamo fisso davanti a noi: Dai. Dai. Dai… già, facciamo nostra la presa per il culo, lo scherzo è subito serio… aiuto!)
Insomma dovrei dire che io non ce l’ho con questo e con quello, che sono stimabili rappresentanti di certe categorie, e nemmeno con quell’idea o quell’altra che sono rispettabili proposte accolte dalla collettività…
Ma dico solo che ci sono droghe migliori… e anche se tutte stereotipizzano certi argmomenti e certi comportamenti, almeno non ti senti ancora che tu non sarai mai uno come loro, e hai almeno l’illusione che le stars non siano sempre laggiù, ma qui, dentro di me.
Ciao Federico,
sono Christiano, uno dei deficenti che ha pensato questa “roba” (roba non a caso).
Le cose che dici sono tutte condivisibili. Anche che ci sono droghe migliori.
Per questo temo che tu non abbia capito alcune cose del nostro progetto. Questo, non quello di Luis.
E forse, se non si sono capite, è colpa nostra.
Dunque insisto nel ribadirle e ricapitolo.
Futbologia, lo ricordo, è sia un convegno di 3 giorni a Bologna per parlare (con stile) di calcio, che un blog che ospita contributi differenti e mossi dalla molteplicità di esperienze legate al calcio. Non vogliamo un blog con post su “belle gioie” e neppure cose da “iene” rancorose.
Non bisogna mai dimenticare le contraddizioni che qualsiasi discorso sul – o nel – calcio sottende. Quando se ne parla, occorre tenere presente che calcio significa da una parte potere, economia, malaffare, violenza. Ma significa anche cultura popolare, forme diverse di aggregazione sociale, passione, talento e ideali.
Sin dai primi giorni di lavoro sul progetto avevamo ben chiaro che “vogliamo ripensare il calcio” è una frase che non ha senso. Non ci sentiamo più bravi di altri e tantomeno vogliamo “farvi vedere come si parla di calcio”: niente maestrini, niente intelligentoni.
Qualche volta ci scappa una mitografia o un’agiografia meno attenta, ma non è nostra intenzione fare “santini”.
A noi piace il pallone.
Ci piace guardarlo, parlarne, leggerne.
Per questo vogliamo organizzare un evento che duri più di un giorno centrato sul calcio. Vogliamo farlo con belle persone.
E vogliamo farlo con stile: che significa evitare i soliti discorsi su “era dentro, no era fuori”, “sono 30, no 28”, o “è tutto scommesse e marcio e potere” che, si sa, c’erano anche negli anni ‘30 (come ci ha mostrato Gabriele). E che, anche se non ci piacciono, continueranno a esserci.
I bei tempi del calcio non sono mai esistiti.
@ Federico
Pardòn, ma non riesco a cogliere la critica. Limite mio, probabilmente, però… Il discorso emerso finora intorno al progetto Futbologia è tutto il contrario della dicotomia calcio bello e puro in parrocchia versus calcio corrotto e miliardario allo stadio. Casomai il contrario: come ricorda Christiano qui sopra, si è definito il calcio come fenomeno globale che attraversa ed è attraversato da tutte le contraddizioni, belle e brutte. Insomma, una specie prisma attraverso cui guardare diversi aspetti della realtà che ci circonda. Nessun manicheismo, dunque, ma ricerca di complessità. Questa è la direzione che vuole assumere il convegno e per questo gli ospiti non sono stati scelti a caso.
Non mi pare nemmeno che si sia proposta l’altra dicotomia che tiri in ballo: il buon calcio onesto di una volta contro il cattivo calcio “moggiano” di oggi. Personalmente, tanto per dire, sarei più interessato a sapere cosa si muove oggi, che so?, intorno al fenomeno calcio in Cina, che a celebrare le imprese in bianco e nero di Gigi Riva.
Quanto all’adesione di Valerio Mastandrea al progetto (con anche spot per la raccolta fondi) non mi pare proprio un reclutamento in massa di VIP. Anzi, a partire dall’estrema semplicità del videomessaggio (efficace, a mio avviso, proprio per quello), direi che siamo piuttosto alle famose nozze con i fichi secchi. Anche perché se si è scelto di tentare prima di tutto la via del crowdfunding e non di andare a caccia di testimonial e sponsor, un motivo (più o meno “politico”) ci sarà.
In definitiva, come dicevo, non capisco davvero dove la tua critica vada a parare. Perché poi se uno non ce l’ha con Questo e nemmeno con Quello, tanto meno con quell’idea o quell’altra, “che sono rispettabili proposte accolte dalla collettività”, allora viene da dire che non solo esistono droghe migliori, ma anche più potenti, e una delle più potenti è la noia. Che ti prende e ti porta sempre a storcere il naso, perché la cosa sotto sotto potrebbe anche piacerti, ma guai a crederci, guai se non è proprio come vorresti tu (tu “che non sarai mai uno come loro”), perché tu è sempre più importante di un qualunque noi. Ed è un tu impersonale, sia chiaro, che esclude tutti i presenti.
Ciao.
Mi è stato segnalato via email che non è il posto giusto per questi pipponi. Mi scuso per l’irruenza e la mancata etichetta. Ma resta per me il fatto che parlare di calcio, quando il calcio è l’unica cosa di cui si parla e straparla fino allo sfrantamento, è (quasi) sempre una perdita di tempo. Se volete proseguire @twikkker.
Ciao.
Se hai un commento generico, non sai mai qual è il posto giusto dove postarlo. Comunque: bravi, un’iniziativa davvero interessante. Coraggio, ce la facciamo di sicuro.