[A partire da Voglio la Testa di Ryan Giggs di Rodge Glass, una riflessione di Wu Ming 4 pubblicata in tandem su Giap]
di Wu Ming 4
Non è mica facile raccontare il calcio in un romanzo. È come raccontare un film, come trovarsi in mezzo tra lo spettacolo e la sua trasposizione bicolore, parole nere su fondo bianco. Visioni, emozioni, velocità, da ricreare attraverso una tastiera che produce sempre la stessa nota. Un’impresa. Proprio per questo si tratta forse di una delle sfide narrative più affascinanti. E se i sudamericani, si sa, in questo sono maestri, con le loro dosi massicce di poesia e metafore, gli inglesi lo fanno in un modo tutto particolare, perché spoetizzano il campo da gioco e lo trasformano in un prisma da cui guardare le trasformazioni della società che sta attorno. Non solo sulle tribune, ma nelle vie adiacenti lo stadio, fin dentro i pub e le living room. Sul rettangolo verde insiste il mondo, con la filiera di vite, lavoro, denaro, che da ogni singolo riflettore puntato risale fino all’angolo più remoto del globo.