[Quella delle Dick Kerr’s Ladies è la più grandiosa vicenda di calcio femminile della storia. Dopo un lungo lavoro di ricerca, Alessia Guglielmi ha scritto per noi questo articolo, di certo il più completo e documentato in lingua italiana. Risorse esterne e note al testo seguono in calce]
“When upon the field of play we go
Thousands come to cheer us on our way
And you will often hear them say
Who can beat Dick Kerr’s today?
When the ball is swinging merrily
Faces are all beaming happily
So play up girls and do your best
For victory is our cry”
di Alessia Guglielmi
Questa è una storia che va raccontata, se non altro perché è stata tacitata per quasi cento anni. È una storia di donne, pallottole e palloni, di una gloria calcistica interrotta e poi rimossa, di un gruppo di ragazze inglesi che sapevano e volevano giocare a calcio e dell’editto che letteralmente strappò loro le zolle da sotto i piedi. Se possiamo raccontarla oggi è solo perché, come spesso accade nella storia delle donne, la scrittura privata, i diari, i taccuini documentarono tutto. Due signore del Lancashire, Gail Newsham1 e Barbara Jacobs2, l’hanno raccolta, ricostruita e riportata al posto che merita: la Hall of Fame della storia del Football.
1914 – 1919
Quando Alice Woods andò a cercare la sua compagna Lily per darle la straordinaria notizia, finì per trovarla a orecchio3. Le stradine di St. Helens erano allora, nel novembre del 1919, scarsamente illuminate e fuligginose, e addentrarsi nei vicoli di quell’ass-hole di Gerrard’s Bridge, il sobborgo più povero della città, era un rischio anche per robusti minatori. Figuriamoci per due ragazzine come Alice e sua sorella Jane. Cerca cerca però, ad un certo punto sentirono un suono regolare come un metronomo che Alice non faticò a riconoscere. Palla, piede, clangore metallico, palla, piede. Quando furono abbastanza vicine, videro la sagoma allampanata di Lily, tabacco Woodbine in bocca e faccia sfrontata, che si esercitava contro un lampione. Non un bandone metallico o una parete, proprio un palo: puntava, tirava e la palla, in barba alle rotondità del gas-lamp, le tornava diritta fra i piedi.
«Le Dick Kerr Ladies vogliono che giochiamo con loro al Boxing Day», annunciò Alice.
«Ah bene. Andiamo a dirlo a mia madre».
Lily Parr aveva 14 anni ed era straordinariamente alta ed outrageous per la sua età. Alice Woods ne aveva 18, primeggiava nella corsa e veniva da una famiglia di minatori, calciatori e rugbisti. Assieme erano partite dalla St. Helens delle miniere di carbone e del carbonato di sodio per la produzione del vetro e, dopo un breve viaggio, erano arrivate a Preston. Lì trovarono un lavoro, una squadra di calcio e un’altra vita.
La Dick, Kerr’s Ltd era una fabbrica di tram e sistemi di illuminazione per la ferrovia di Liverpool. Come molte altre fabbriche, a cavallo fra il 1915 e il 1916, venne convertita alla produzione di munizioni per sostenere lo sforzo bellico e riparare allo “Shell scandal”4. Gli uomini trasferiti al fronte furono sostituiti alla catena dalle donne che, sei giorni su sette, per dodici ore al giorno, pagate circa la metà dei loro padri, fratelli o mariti, ma molto di più che in altri impieghi5, si ritrovarono fianco a fianco a caricare vagoni di TNT per la nazione. Le chiamarono “munitionettes” prima e “canary girls” poi, quando ci si accorse che il contatto persistente col TNT finiva per colorare la loro pelle di giallo6.
Per tenere alto il morale di queste truppe a casa, il Governo incoraggiò attività ricreative nelle pause, tra cui il football, che si affermò presto come sport ufficiale delle munition girls, soprattutto nel Nord del paese.
Sebbene come scrisse P. Heineken nel 1898 “for many years football has been played by girls, too, and they enjoy playing it”7 e il primo match di cui si ha traccia risalga al 1895 in uno storico incontro a Londra fra North e South England di fronte a 8000 spettatori (7-1 per il North)8, fu questa particolare contingenza di guerra, fabbrica e sorellanza a far fiorire e crescere il calcio femminile in Inghilterra: le charity per i reduci come motivazione, il sostegno delle compagnie che si facevano pubblicità, il bisogno di evasione di una nazione provata dal conflitto e privata del campionato e, non ultima, la voglia di scommesse che non conosce tempi bui9, fecero sì che i match occasionali diventassero appuntamenti settimanali, con centinaia di ragazze che dal cortile della fabbrica si incontravano sotto gli occhi di folle crescenti, in stadi veri, con spalti veri, calzoncini sempre più corti e piedi sempre più buoni.
Ce n’erano di forti: le St Helens Ladies, le Bolton Ladies, le Lancaster Ladies. Ma le più forti di tutte, destinate a stracciare ogni record, furono le Dick, Kerr’s Ladies, il più grande fenomeno calcistico di quegli anni. L’inizio di questa storia è nello stadio di Deepdale, quello dei famosi invincibles del Preston North End10, quando il 25 dicembre del 1917 10.000 spettatori assistettero a una loro partita che era stata lanciata sui giornali locali come “Great Holiday Attraction”. Tutte le convenzioni furono rispettate: la foto di gruppo, il lancio della monetina, la stretta di mano dei capitani e il pubblico, sulle prime ironico e divertito, si accorse presto che si trattava di un vero incontro di football11. Il risultato, grazie al talento del capitano Alice Kell, del centravanti Florrie Redford e della diga Lily Jones, fu Dick Kerr Ladies 4 – Arundel Coulthard Foundry 0. A segno Whittle, Birkins, Rance (2). 200 sterline nette donate all’ospedale militare di Moor Park, l’equivalente di £41.000 di oggi, e la ferma convinzione di poter giocare il calcio vero, more than a holiday attraction.
Non si fermarono più. Con l’ausilio di un ottimo manager, Alfred Frankland, distinto, ben inserito nella società e spregiudicato nello strappare i migliori talenti alle altre squadre che incontravano, e con due trainer come Bob Holmes e Jack Warner, eroi locali del glorioso Preston North End, diventarono un vero e proprio fenomeno nazionale, temute e acclamate in ogni campo su cui mettevano piede, quasi imbattibili in casa. I numeri sono impressionanti: nella prima stagione giocarono solo 4 partite, ma arrivarono a giocarne 67 nel 1921, percorrendo il paese in lungo e in largo, tutte nel loro unico giorno di riposo o negli infrasettimanali per cui prendevano un rimborso di 10 shillings. Dai taccuini di Alice Woods, che annotava e registrava tutto, si calcola che in quell’anno alle loro partite assistettero complessivamente 900.000 spettatori.
Nell’aprile del 1919 oltre 35.000 persone riempirono St James Park per vedere la partita contro la squadra di casa, le Newcastle United Ladies, finita 0-0.
1920
Il 28 aprile del 1920, accolte dalla banda, da urla festanti e accompagnate da un coniglietto-mascotte, 17 parigine arrivarono a Preston per sfidarle in un mini-torneo di quattro incontri in giro per l’Inghilterra: un ”entente cordiale”, il primo incontro internazionale di calcio femminile, un vero e proprio evento nazionale.
25.000 persone e una folla di giornalisti e fotografi assistettero al primo incontro a Deepdale, in cui le ragazze working-class del Lancashire ebbero ragione delle cittadine, rapide ed eleganti French Ladies12: 2 a 0, goal di Florrie Redford e Jennie Harris. Il bacio fra i due capitani, Kell e Bracquemonde, finì su tutti i giornali locali. Poi ancora Stockport (5-2), un pareggio a Manchester (1-1) e la più bruciante sconfitta della storia delle DKL a Londra, allo Stamford Bridge: 2 a 1 per le francesi (ma giocarono in 10 quasi tutta la partita per un infortunio di Jennie Harris).
Il 16 dicembre dello stesso anno, davanti a 12.000 spettatori, furono le prime a giocare una partita di notte sotto i riflettori, con il pallone dipinto di bianco, due fari da contraerea (gentilmente offerti da Winston Churchill) e quaranta torcioni disposti ai lati del campo13. Solo pochi giorni dopo, nel Boxing Day, riuscirono a radunare lo straordinario numero di 53.000 spettatori a Goodison Park, lo stadio dell’Everton. Davanti a quel pubblico vinsero per 4-0 contro le rivali di sempre del St. Helens Ladies, con goal di Jennie Harris e hat trick di Alice Kell, per l’occasione spostata a centroattacco dalla difesa. I resoconti della giornata riportano che oltre 10.000 persone furono costrette a restare fuori dallo stadio e che le squadre scesero in campo attraversando la folla scortate dalla polizia. Il numero di spettatori è ancora più incredibile se si considera che quell’anno il record di ingressi in Prima Divisione lo fece il Chelsea con 37.545 paganti.
1921 – 1965
Il 1921 è l’anno dei record: 33.500 spettatori a Manchester, 25.000 a Liverpool, 27.000 a Coventry, 33.000 a Bolton, 27.000 a Leeds. Troppi.
La guerra era finita, gli uomini dovevano tornare nelle fabbriche, i campi di calcio dovevano tornare agli uomini. Una campagna tesa a scoraggiare il gioco del calcio per le donne prese piede su tutti i giornali: il football era uno sport “unfit for females”, pericoloso per la loro costituzione fisica, che poneva a rischio la fertilità e le rendeva oltretutto “ungraceful”, minandone la femminilità. Scesero in campo medici14, giornalisti sportivi, vecchie glorie e il meglio della lobby a difesa del “male preserve”. Il 5 dicembre del 1921 arrivò il ban della Football Association: “Complaints having been made as to football being played by women, the council feel impelled to express their strong opinion that the game of football is quite unsuitable for females and ought not to be encouraged. For those reasons the council request clubs belonging to the association to refuse the use of their grounds for such matches” [“Viste le proteste per il calcio giocato dalle donne, il Consiglio sente di dover esprimere un’opinione forte sul fatto che il gioco del calcio non è adatto alle donne e non dovrebbe essere incoraggiato. Per queste ragioni il Consiglio richiede che i club appartenenti alla Federazione rifiutino di concedere i campi da gioco per queste partite”, NdR].
Negare i campi significava negare spazi e dignità. Poche squadre sopravvissero, tra queste le Dick Kerr’s Ladies, che poterono continuare ad allenarsi su un campo della fabbrica. Nel 1922 partirono per un tour in Canada e negli Stati Uniti, salvo scoprire all’arrivo che il Canada aveva negato loro il permesso di giocare e che negli Stati Uniti avrebbero dovuto affrontare squadre maschili. Lo fecero comunque e disputarono 9 partite: 4 vinte, 2 pareggiate e 3 perse15. Il portiere del Paterson, Peter Renzulli, dichiarò: «eravamo i campioni nazionali e batterle fu un lavoro durissimo» («we were national champions and we had a hell of a job beating them»). Tra alterne vicende giocarono con il nome di Preston Ladies fino al 1965: l’ultimo match si disputò il 21 di agosto contro le Handy Angles, con lo stesso risultato della partita di esordio del 1917, 4 a 0.
Conclusioni
In 48 anni di attività la più grande squadra di calcio femminile del mondo ha giocato 828 partite (758 vittore, 46 pareggi e 24 sconfitte) e segnato 3.500 goal, di cui si calcola almeno 900 realizzati da Lily Parr16.
Il ban della Football Association fu tolto nel 1971, esattamente mezzo secolo dopo, ma solo negli anni ’90 il calcio femminile cominciò a ritagliarsi lo spazio che ha oggi17.
Lily Parr, la ragazzina quattordicenne che tirava il pallone contro i pali della luce, giocò fino al 1951, quando si ritirò definitivamente. È universalmente riconosciuta come la più prolifica (e forte) calciatrice di tutti i tempi e ha guadagnato per questo un posto d’onore nella Hall of Fame del National Football Museum di Manchester18. Lesbica dichiarata, diventò col tempo un’icona del movimento LGBT, che nel 2007 organizzò in suo onore il Lily Parr Exhibition Trophy19.
Alice Woods smise di giocare prima, al ritorno dal tour americano, ma negli anni ’80 fu protagonista attiva della rinascita del calcio femminile, partecipando spesso a eventi e trasmissioni televisive. In un’intervista rilasciata a Barbara Jacobs, sua figlia Lynn Fabian ricorda che la madre non parlava quasi mai del suo passato calcistico, e neppure del ban della Football Association. Solo a volte, nella quotidianità, «when my brother used to torment me, she’d say “now look, I’ve had enough of men trying to be superior”».
Alla storia delle Dick, Kerr’s Ladies sono stati dedicati recentemente il documentario Women’s Football della BBC Nation on Film e due adattamenti teatrali, Famous and Forgotten di Andrew Colley e Unfit for Females del Bold Over Theatre, che andrà in scena a Hammersmith la prossima estate.
__
Risorse video online
Dick, Kerr Ladies Football Team
Intervista a Gail Newsham
Alcune azioni di gioco
Women Footballers 1920
Dick Kerr’s Ladies International Team 1921
Gail Newsham ha dedicato un intero sito alle Dick, Kerr’s: dickkerrladies.com.
__
Note
1. L’episodio è raccontato in apertura del libro – Barbara Jacobs, The Dick Kerr’s Ladies, Constable & Robinson, London, 2004
2. Gail Newsham, In a League of Their Own, Pride of Place Publishing, 1994
3. Barbara Jacobs, op. cit.
4. Così venne chiamata popolarmente la drammatica carenza delle truppe inglesi di munizioni durante la battaglia di Neuve Chapelle nel 1915 – Encyclopedia – The Shell Scandal, 1915
5. “Women factory workers, mill-hands in the Lancashire cotton industry for instance, earned between 50 and 60 pence for a five-and-a-half-day week. (…) Women munitions workers could earn as much as 50 pence a day. For an eighteen-year-old girl, as Alice (Woods) was, this represented a huge and hardly believable fortune, and an invaluable contribution to the family income.” – Barbara Jacobs, op. cit. p.26
6. “According to records held in the National Archives, more than 1.6 million women had joined the workforce by the time the war ended in 1918. Among them were the 247,000 who worked in government dockyards, factories, arsenals and as firefighters, while a staggering 950,000 were employed making munitions. Despite producing more than 80 per cent of the UK’s shell and bullet supply by the end of the war, poor working conditions and inadequate safety equipment resulted in approximately 400 deaths by the end of the war, as a result of explosions and from exposure to dangerous chemicals such as nitric and sulphuric acid. One particularly appalling incident came in January 1917, when 73 people were killed by an explosion in a London munitions factory that also flattened 900 surrounding homes.” – Article on women during WW1 on dailymail.co.uk
7. J.A. Mangan, Sport in Europe: politics, class, gender. Frank Cass Publishers, London, 1999
8. Risorsa online: The British Ladies’ Football Club
9. “Women’s factory football was filling a need, both for the participants and for the spectators, should there be any. In 1916-17 the men’s League games had been largely suspended when footballer were drafted. An order at the start of the war had also deprived the factory workers and colliers of Sutton of the pleasures of their racing pigeons: for the duration of the war, these pesky creatures that could carry messages to the enemy across the Channel had been outlawed. So there was little to do, or to bet on, on those Saturday afternoons off work. Britain was missing football badly” – Barbara Jacobs, op. cit. p. 30.
10. “First Football League champions were Preston North End. They scored 40 points from 18 wins and 4 draws, and were undefeated in that first season. Aston Villa were second with 29 points, while Stoke were bottom with 12 points. Preston also got to the Cup Final. On they way they achieved the big beat Hyde 26-0, the biggest victory in the history of the competition. In the Final they lost 1-0 to West Bromwich Albion. The following season Preston became the first team to win the ‘double’, the FA Cup and the League. They stayed unbeaten in the league a record which was finally equalled by Arsenal in 2003/4.” – The Story of Football, Preston North End
11. Match report su un giornale locale: “Dick Kerr’s were not long in showing that they suffered less than their opponents from stage fright, and they had a better all round idea of the game. Woman for woman they were also speedier, and had a larger share of that quality, wich in football slang is known as “heftiness.” – Gail Newsham, op. cit. p. 16
12. “French women’s football was fundamentally different to that played by working-class women in Lancashire in the sense that it originated in an intellectually motivated phenomenon, based on modern ideas, rather than a spontaneous reaction to the war effort. (…) The Lancashire team was working class, whereas the French came from a variety of backgrounds, but predominantly white collar occupations. (…) Both were sanctioned by the dominant patriarchal hegemony as part of the war effort, acting as temporary service to raise money and the morale of those affected by the war, and both faced clearly focused pressure to return to pre-war gender roles in the early 1920s.” – J. A. Mangan, op. cit. p. 32
13. “Permission was granted from the War Office by the Secretary of State for War, Mr Winston Churchill, for two anti aircraft searchlights and generating set to be loaned to them for the occasion, along with forty carbide flares.” – Gail Newsham, op. cit. p. 51
14. “Dr Mary Scharlieb, a Harley Street Physician said : «I consider it a most unsuitable game, too much for a woman’s physical frame». Dr Elizabeth Sloan Chesser said: «There are physical reasons why the game is harmful to women. […] They may receive injuries from which they may never recover».” – G. Newsham op. cit. p. 64
15. Così riferisce Gail Newsham in o. cit. pag 75. Altre fonti statunitensi parlano invece di 3 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte – First women’s soccer team in Philly, 1922 su phillysoccerpage.net
16. Nella stagione di esordio Lily Parr segnò 43 goal. Un giornale locale scrisse dopo una partita nel 1920: “There is probably no greater football prodigy in the whole country. Not only has she speed and excellent ball control, but her admirable physique enables her to brush off challenges from defenders who tackle her. She amazes the crowd where ever she goes by the way she swings the ball clean across the goalmouth to the opposite wing”.
17. La Women’s Football Association, fondata con 44 clubs nel 1969, otterrà il riconoscimento della FA nel 1983. La FA Women’s Premier League (FAWPL) partirà solo nel 1994. – Women’s Football su FA.com
18. Scheda online su Lily Parr nel sito del National Football Museum di Manchester
19. “On 11 February 2007 in support of the UK LGBT History Month the London Lesbian Kickabouts team and the Paris team Arc en Ciel (Rainbow) re-enacted the first match between the Dick Kerr Ladies and the Paris ladies team. The London Lesbian Kickabouts won 7-3. The event was named the Lily Parr Exhibition Trophy” – fonte online sul sito London Lesbian Kickabouts
__
Puoi trovare Alessia Guglielmi su Twitter.
Pingback: Fùtbologia, il pallone al cubo | Urban Sport
https://waterfallmagazine.com
I believe this is one of the most significant info for me.
And i am satisfied reading your article. But wanna
commentary on few basic issues, The web site
taste is wonderful, the articles is in point of fact nice :
D. Just right process, cheers