[Riceviamo e pubblichiamo dalla redazione di Lancillotto e Nausica, rivista scientifica italiana di critica e storia dello sport, una breve analisi fútbologia-scientifica del famoso gesto – che fu di Panenka – in apologo Tottiano. Aggiungiamo noi che di “cucchiai” se ne contano tanti, la differenza è tutta nel quando lo fai]
di Paolo Ogliotti, direttore di Lancillotto e Nausica
La differenza tra “cucchiaio” e “pallonetto” risiede nella dimensione temporale.
Il “pallonetto”consiste semplicemente nel dare una componente ascensionale alla traiettoria, nell’accompagnare dolcemente il proietto a scavalcare l’ostacolo. Per quanto riguarda i tempi, il pallonetto è puntuale, arriva giusto. Il “cucchiaio” arriva dopo.
In virtù dell’effetto a tornare, il pallone percorre il tragitto in un tempo superiore a quello che gli viene assegnato dalla normale percezione dell’osservatore. Infatti, se consideriamo una sfera sottoposta a torsione all’indietro, la quantità di energia ricevuta dovrà essere distribuita tra i due moti, quello del procedere in avanti e quello del ruotare all’indietro.
Il pallone, in moto retrogrado, tenderà a rallentare e quasi a fermarsi, come accade anche sul piano del biliardo ad una palla colpita sotto. E così il portiere si tuffa per raccogliere un tiro che arriverà… dopo: quando lui sarà già caduto in terra.
La differenza è fisica e un po’ anche filosofica.
Antonín Panenka diede il nome internazionale a questo gesto, segnando il calcio il rigore decisivo con la Cecoslovacchia nella finale contro la Germania Ovest valida per l’assegnazione del Campionato europeo di calcio 1976.
Francesco Totti in una compilazione di “cucchiai”, il più famoso dei quali agli occhi del pubblico nazionale resta probabilmente quello durante i calci di rigore in Italia–Olanda in semifinale di Euro 2000.
“Lancillotto e Nausica”, nata nel 1984, è la prima rivista scientifica italiana di critica e storia dello sport. Analizza il fenomeno sport da diverse angolazioni e punti di vista, adottando un approccio interdisciplinare che tende a riflettere la molteplicità dei saperi e delle metodologie di analisi. Dalle scienze storico-sociali, alla psicologia, dalla pedagogia, alla medicina, dalla sociologia alla semiotica, dall’antropologia alla storia dell’arte, queste, e altre ancora, le chiavi di lettura utilizzate per spiegare e raccontare lo Sport come fenomeno culturale e sociale.
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