[Riceviamo e pubblichiamo da Tyler Durdan e Francesco Bifulco. Cliccando sulle foto si apre una versione a risoluzione più alta, o puoi scaricare l’allegato PDF: Il gol esiste ancora]
1.
Il Gol esiste ancora, come esternazione massima della gioia di un tifoso. A Terzigno come a San Giuseppe Vesuviano resiste ancora la sua scritta sugli spalti di uno stadio abbandonato alle falde del Vesuvio, a pochi passi da dove due anni fa si cercò di resistere allo stato.
2.
Lo stadio Comunale di Terzigno fu costruito nel punto più alto del paese per evitare il disturbo alla quiete pubblica durante le partite. Oggi lo stesso impianto è inagibile per motivi di sicurezza, come a rimarcare l’assenza di qualsiasi formazione sportiva che possa utilizzarlo.
I capi ultrà usavano megafoni per coordinare i cori dei tifosi, i politici microfoni nel promettere il sostegno finanziario alla struttura e alla squadra.
Oggi silenzio per tutti!
3.
Si racconta che Juan Carlos Lorenzo, allenatore della nazionale argentina, della Lazio e dopo della Roma, imponesse di bruciare le maglie della propria squadra dopo ogni una sconfitta.
Cosi come una volta i ragazzi “bruciavano l’erba” correndo dietro il pallone, cosi a Terzigno bruciano i ricordi del calcio di provincia che fu.
4.
San Giuseppe Vesuviano. Esterno dello Stadio Comunale.
Questo muro, ridipinto di fresco, separa gli spettatori dall’interno dello stadio.
C’è anche un murales, disegnato non molti anni fa da un ragazzo della scuola media.
Un muro che inibisce la vista di quello che c’è dentro. Spettatori tenuti al di fuori di uno spettacolo che non andrà più in scena. La Sangiuseppese Calcio è fallita nel 2006. Da 6 anni un muro divide la gente dal nulla.
Lo stile è tipicamente sangiuseppese: “Facciamo sembrare che dall’esterno sia tutto a posto”.
5.
Gabbie.
Il terreno di gioco della Sangiuseppese adesso ha le sembianze di un carcere.
Il campo che ha ospitato le gesta della squadra che andò a contendere al Casteggio la Coppa Italia Dilettanti del 1976, addirittura allo Stadio Meazza di Milano, adesso è poco più che una distesa di sterpaglie rinchiuse. La squadra che fece sognare un paese adesso non c’è più.
Io da piccolo ci ho giocato un paio di volte, e sapeste come mi sentivo forte. Sogni fatti nascere e poi rinchiusi in gabbie.
Scritto e fotografato a 4 mani, due occhi e due piedi destri da Francesco Bifulco e Tylerdurdan_
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