Paolo Sollier
(Chiomonte, 1948)
Piemontese, la sua carriera di calciatore parte dalla serie C con Cossatese e Pro Vercelli e lo porta fino alla massima serie col Perugia di Ilario Castagner.
Personaggio suo malgrado, molto noto negli anni ’70, il suo essere calciatore professionista e militante di Avanguardia Operaia ne fa una delle figure più discusse in un ambiente anche all’epoca piuttosto ingessato e conformista.
La prima edizione di “Calci, sputi e colpi di testa”, nel 1976, fa scalpore soprattutto per le idee chiare che Paolo Sollier ha su sport, militanza, lavoro. Rappresenta anche un racconto dall’interno e in presa diretta su un tipo di calcio molto diverso da quello attuale, con i calciatori proprietà dei club e senza alcuna autonomia contrattuale, smistati come pacchi postali al termine della stagione per esigenze societarie o di bilancio.
Al termine della sua carriera di calciatore, Paolo Sollier rimane nel mondo del calcio come allenatore nelle serie minori piemontesi.
A partire dal 2005 diventa il commissario tecnico dell’Osvaldo Soriano Football Club, la “nazionale italiana scrittori”.
Kaos Edizioni ha pubblicato una nuova edizione di “Calci e sputi e colpi di testa” nel 2008 e, sempre nello stesso anno, “Spogliatoio” scritto in collaborazione con Paolo La Bua.
Entrambi i libri hanno riscosso notevole successo.
In rete è possibile trovare diversi filmati e interviste con protagonista Paolo Sollier. Segnaliamo questo video (28:52 minuti) realizzato da Herve Bricca.
Convinto dal gioco collettivo e dal nostro centrocampo di lotta e di governo ha aderito al progetto Fútbologia.
Paolo Sollier su Anobii:
Calci, sputi e colpi di testa
Spogliatoio
nato a Chiomonte…
Tra le storie minori che meritano di essere raccontate, quella di Marco Masoni. Militava nel Pescara 1976-77, era riserva e amicissimo di Giorgio Repetto, mezzala e una delle tre bandiere di quella squadra senza centravanti. Un giorno marca visita per un’amichevole, e al ritorno il pullmann della squadra lo vede a una manifestazione distribuire volantini della sinistra extraparlamentare. Finisce fuori rosa, e io che comincio a seguire quel campionato, e il calcio tutto, pochi giorni dopo, non venni a sapere di lui fino a quest’anno. Marco Masoni, con quel nome che sembra un refuso, resta a vivere in città, dove incespica e cade nel tunnel della depressione, che lo porta a togliersi la vita con i gas di scarico della sua auto una ventina d’anni or sono.
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