[Bonus track, cronache anticipate di Luca aka Wu Ming 3]
Ucraina-Svezia
Quando il calcio è politica.
L’ideona l’aveva avuta l’ottimo presidente ucraino Yanukovych, che intanto si era autonominato Presidente Allenatore Unico della nazionale ospitante. Era uno schiaffo morale, un’imparata di creanza, una lavata di faccia, a tutti quegli scassapalle. Yulia Tymoshenko titolare. E pure col numero uno. Portiere. Ciapa su.
Platini si era fatto una sega in pubblico. Blatter aveva subito rilasciato una dichiarazione: – Avete visto, stronzi? – Merkel e Draghi si erano congratulati. Monti inviò un telegramma con su scritto: – Minchia! –
Non tutto era proprio limpido. Per prima cosa, in campo gli Shevchenko erano tre. Oltre al celeberrimo Andrij giocavano nel tridente d’attacco anche il padre e lo zio, Oleg e Miroslav, entrambi sopra la settantina, ma con un’intesa collaudata da decenni di partite e vodka. Inoltre, e questo era il fatto che aveva destato qualche perplessità, erano abbastanza evidenti, nonostante fossero coperte dai guantoni, le manette che stringevano i polsi della portiera Yulia, che infatti stava sempre a mani giunte e respingeva a pugni uniti. Bah.
Per non farsi mancare niente, giravano pure brutte voci. Pareva che il presidente avesse assoldato qualcuno degli avversari, uno di quelli forti, per fare le peggio cose. Si parlava di un camper imbottito di milioni di euro, rubli, copechi, fucili e pistole. Ora, visto che la Svezia era composta dai tredici fratelli Larsson, mormoni, gli otto Svensson, tutti pastori protestanti, il portiere, e Ibra…, ecco che la caccia all’indiziato si era fatta spasmodica.
Zlatan tirava bordate micidiali da tutte le parti. Aveva colpito la povera Yulia al volto quattro volte in sei minuti. Trauma cranico e tumefazioni la rendevano irriconoscibile, ma lei non demordeva. Allora venne il momento dell’high kick doppio carpiato e incrociato, la sua grande specialità Le grida di orrore del pubblico per una carriera sportiva, e una vita, spezzata in un lago di sangue, sono destinate a rimanere a lungo nella nostra memoria.
Si procedette alla sostituzione, e via pedalare. Il match fu intenso e pieno di emozioni, e nonostante la brutta prova di Andrij, che non toccò palla, fu grande invece la prestazione di Oleg e Miroslav Shevchenko, che segnarono entrambi, pur sbronzi marci. Purtroppo non bastò a completare la rimonta. Alla fine il punteggio diceva Ucraina-Svezia 2-3.
Non si dovrebbe mescolare il calcio con la politica.
L.
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Tutta la serie de “L’Europeo visto da lontano” di Luca Wu Ming 3.