[Terza puntata delle cronache anticipate di Luca aka Wu Ming 3]
Spagna-Italia
Si trattò solo di una partita di calcio. Quello fu il guaio.
Nonno Vicente* era depresso. Era rimasto senza punte. Ma più di tutto, alla sua età, non ne poteva più. Tutti quei ragazzotti con l’Ifon, l’Ipad, l’Ilcaz, che due coglioni. E manco un compagno decente di tressette. Così, nella sorpresa generale, aveva convocato Santillana, antichissimo centravanti eroe del Real.
Agli attoniti cronisti iberici, come sempre pacioso, aveva detto: – Ma che cazzo volete? È un mio coetaneo, avrò diritto anch’io a un po’ di compagnia, no? E poi è una punta, andate a vedere quanti goal ha fatto. E comunque un compagno di tressette mi serviva, ché l’ultima volta Sergio Ramos ha fatto un’uscita a bastoni che mi ha davvero fatto girare le palle. – Dopodiché aveva raccontato lo stupefacente varo del suo nuovo schema. Il 10-1. Consisteva, appunto, nello schierare dieci centrocampisti, e un attaccante. Senza il portiere. Ai giornalisti basiti aveva aggiunto: – Scusate, a che cazzo serve il portiere contro l’Italia? – Per dargli man forte si era inserito il Trap in conference call, stavolta più rilassato, e con voce flautata e suadente aveva detto: – Badstuber.. Mertesacker….. Strunz. Macheccazzo. – L’intera sala stampa aveva applaudito.
A Casa-Italia invece le solite cose, tran tran, noia. Le solite inchieste, i soliti pestaggi, il tipico fanculing negli spogliatoi, un’occhiata alle quote. E poi tutti online. Cheppalle. Ci aveva provato un po’ il governo tecnico, rivendicando il diritto-dovere a fare la formazione, a rendere l’aria frizzante. Grosso burdello, Pirlo era stato esodato, Cassano cacciato con il 18, erano stati richiamati Foni, Rava e Sentimenti IV, che tanto secondo i loro calcoli prendevano già la pensione, valeva la pena sfruttarli ancora un po’. Ma poi non se n’era fatto più niente. Vai a sapere.
Così si arrivò al match.
Per non saperne di cazzi, SuperMario B. si fece cacciare che era ancora nel corridoio che precede l’accesso al campo. Aveva visto quel vecchio, con la maglia rossa numero nove, e si era innervosito. Aveva chiesto a Buffon – chi cazzo era quello – e il boh ricevuto in risposta lo aveva convinto. Era partito con due Supercapate sulla faccia dell’antico delantero, il quale da vecchio mestierante dei campi di calcio non aspettava altro. Aveva nascosto sotto la maglia delle sacche di sangue fasullo, quelle del cinema, e le aveva fatte esplodere dopo l’aggressione. Così si era finto morto. Rissone. Putiferio. Burdello. Sempre per non saperne dei medesimi cazzi, anche De Rossi non si era fatto pregare, e giù mazzate alla cecata. Risultato finale: De Rossi espulso e Balotelli arrestato, si parlava almeno di vent’anni. Italia in nove. Un classico.
Prandelli, reintegrato dai tecnici, ma senza stipendio, fece di necessità virtù, e schierò la squadra con un originale 7-2. Sette uomini sulla linea di porta incordonati, più due stesi di lungo sopra le loro teste, in modo da occludere la porta senza lasciare nemmeno uno spiraglio libero. C’era la netta sensazione che si giocasse per il pareggio.
Gli spagnoli, indignados per l’atteggiamento antisportivo, fecero gli sdegnados e si misero a giocare per cazzi loro, a centrocampo, ignorando gli avversari. Un torello vertiginoso, un tiki taka forsennato, con tecnicismi di ogni tipo, di tacco, di punta, di culo, di palle. Il 10-1 si era trasformato subito in 10-0 perché Santillana si era accomodato in panchina, aveva un’artrosi da paura, per la solita scopetta quotidiana con Nonno Vicente.
I novanta minuti trascorsero così, con gli italiani compatti a saldare la porta e gli spagnoli a cazzeggiare dall’altra parte del campo. Il pubblico era già a casa da settimane. Ma si sbagliava. I bookmakers pagavano lo 0 a 0 dieci a uno. Cioè se tu puntavi dieci euro te ne restituivano uno. Ma si sbagliavano.
L’arbitro, Van Rompuy, concesse nove inspiegabili minuti di recupero che trascorsero come i novanta precedenti.
A quattro secondi dalla fine Buffon, che era uno dei due che stavano di sopra agganciati alla traversa, tirò su la testa, per rivolgersi all’ultimo spettatore che era rimasto a dormire in curva: – Che figata! Pareggio contro i campioni del mondo! – In quell’esatto momento Iniesta, che faceva lo gnorri, il finto tonto, il finto zoppo a centrocampo, mentre palleggiava con il solo alluce, fumando il sigaro, beh quell’infamone scagliò un siluro da sessanta metri che si andò a infilare negli infinitesimi centimetri quadrati lasciati liberi dal nostro portierone. Il risultato finale fu dunque Spagna-Italia 1-0.
Non sto a dirvi cosa pensarono e scrissero le solite malelingue sull’esito del match e sul portierone, lo sapete già.
È importante, invece, per il vostro cronista, dare conto degli sfrenati festeggiamenti che ebbero luogo sul suolo iberico. La movida, la ola, la lambada, la locura giunsero al parossismo, perché gli eventi da celebrare erano almeno due. Durante una battuta di caccia grossa all’alce muschiato, ospite dell’ottimo presidente ucraino, re Juan Carlos aveva avuto… un piccolo incidente. Non si sa come, era rimasto isolato sulla sua motoslitta, e dopo poco era stato circondato da tre alci muschiati. Maschi. Com’è, come non è, alla fine non erano muschiati solo loro. La monarchia avrebbe fatto fatica a sedersi di nuovo sul trono.
La gente era in delirio. Fanculo le banche e il debito, la bolla immobiliare gli esplodesse nel colon delle loro madri, e vai di sbronze e trenini e gheipraids. In Plaza Mayor si fece notare uno più degli altri, era un noto comunista di nome Rafael, sembrava impazzito, ebbro di gioia, non faceva che urlare: – In culo al Re e a Rajoy!!! Daje Boemo!! Daje Fùtbologia!! –
Sapete com’è, sono gli eccessi del calcio.
L.
* Del Bosque, C.T. della nazionale spagnola.
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Tutta la serie de “L’Europeo visto da lontano” di Luca Wu Ming 3.
Non si può non segnalare il trasfigurato Rafael che trollò Giap in cazzutissimo tread marxiano su Giap dopo post di Mauro Vannetti. Qui.
Questi romani con Zeman sono andati fuori di testa.
«Sapete com’è, sono gli eccessi del calcio».
C_
Poesse che pero a tressette qualche chance ce la potremmo avere , visto l’andazzo , oggi ci sarà da ridere perciò ripasso verso le 20
Chiudo sul boemo , una volta che fai un giro a zemanlandia ti ci vuoi trasferire a vita io ancora andavo allo stadio a quei tempi ho visto tutti e due i lati della medaglia e alla fine vale la pena uscire di capa
Noooooo, Luca potevi essere il nuovo polpo Paul, e invece…
Ma dai Flavio, tu sei uno scenziato dei media e lo sai che quella in TV è stata photoshoppata dal complotto mondiale.
Il polpo Paul ha a che fare col signoraggio?!?
In effetti sembrava che il DDR de noantri non ci stesse a fare la fine dell’omonimo acronimo, e piuttosto che sciogliersi senza un addio appresso al crollo del muro italico, era lì pronto a lasciare di sua sponte questo greve suolo erboso, assieme a qualche coscia d’ispanico da rosicchiare a bordo campo. Anche perché, accanto al randellator Chiellini, un giocatore del pallone si sente spaesato come il lupo dei tre porcellini sul set di Arancia Meccanica. E ‘nvece…