Era una sera d’estate del 1982.
Quaranta secondi oltre il tempo regolamentare.
Attaccava Littbarski.
La palla veniva data al centro per Müller.
La fermava Scirea.
Finiva tra i piedi di Bergomi, che la passava a Gentile.

Quel passaggio i nostri occhi lo stanno ammirando da trent’anni esatti, pur sapendo benissimo che non giungerà mai a destinazione. Claudio Gentile non toccherà mai la palla che lo Zio gli ha appena passato. Perché un piccolo arbitro brasiliano, che di nome faceva Arnaldo César Coelho, decise all’improvviso di prendersela tra le mani per sollevarla alta sopra la sua testa, consegnandola al cielo.
E improvvisamente quel cielo era diventato il nostro.

Sopra lo stadio Santiago Bernabeu di Madrid.
Sopra un delirio di 90mila tifosi.
Sopra il tetto del mondo.

C’era una Nazionale di brocchi che sarebbe dovuta rimanere a casa. C’era un commissario tecnico che di calcio non ci capiva un cazzo. C’era un attaccante triste e smunto che avrebbe dovuto far ridere i difensori di mezzo mondo.

Campioni del Mondo!

C’era il Brasile che i suoi tifosi consideravano il più forte di tutti i tempi. C’era l’Argentina di un certo Diego Armando Maradona. C’era un gironcino a tre da cui sarebbe stato impossibile uscire vivi.

Campioni del Mondo!

C’era la Germania Ovest di Karl-Heinz Rummenigge e Paul Breitner. C’era una coppa dorata che non alzavamo al cielo da 44 anni. C’era una finale trasmessa in ogni angolo del pianeta.

Campioni del Mondo!

Per tutti quelli che non c’erano, per quelli che c’erano ma non potevano capire, e per chi c’è stato ma vorrebbe esserci di nuovo, a trent’anni di distanza l’indimenticabile Mundial di Spagna ’82 rivive.

Sui principali social network, raccontato giorno per giorno, in una cronaca live che vi accompagnerà fino alla finale dell’11 luglio, rivivrete con noi la migliore estate sportiva nel romanzo italiano del Novecento.

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