Abbronzatissimi (sul nostro giornalismo sportivo e Balotelli)

Flavor FlavMa il vecchio negro disse allor:

Oh! Bongo Bongo Bongo
stare bene solo al Congo
non mi muovo, no no.
Bingo Bango Bengo
molte scuse ma non vengo
io rimango qui.
No bono scarpe strette,
saponette, treni e tassì,
ma con questa sveglia al collo
star bene qui.

Mi devo scusare. Non c’era cattiveria… E me ne dovevo accorgere. Le spie erano troppe, non solo su Balotelli. Basta rivedere il video con le risate e il darsi di gomito per i froci di Cassano in conferenza stampa.

Dovevo accorgermi che la sensibilità di una non piccola parte dei nostri giornalisti sportivi è “berlusconiana” in senso tecnico, ovvero propria di un uomo nato negli anni Trenta del secolo scorso, “costretto” a trovare irresistibili e assolutamente impeccabili le battute sull’abbronzatura dei negri e le parodie sguaiate delle mossette dei culattoni. Certo il nostro ex-Presidente del Consiglio poteva esibirsi con Barack Obama, mentre il giornalismo sportivo italiano -per fortuna, pur nella disgrazia- si deve fermare a Mario Balotelli.

Il massimo storico del calcio italiano, l’inglese John Foot, scrive oggi su Twitter che “That Tuttosport headline is idiotic, and revealing…” (lo vedremo tra poco il titolo) e “Balotelli is Italian, and black. Get over it”, individuando con nitida precisione i termini del problema: il razzismo “inconscio” e “in buona fede”, chiamiamolo il razzismo del negro abbronzato; il non riuscire proprio a considerare normale che un italiano possa essere di pelle nera. Tratti tipici (anche) di anziani uomini di destra nati sotto il Fascismo. 

Domenica ho postato un pezzo “comparatista” sulla vignetta di Marini pubblicata dalla Gazzetta e riportata sopra. Avrei voluto inserirvi una coda sulle “scuse” del direttore Andrea Monti arrivate il giorno successivo. Ho però rinunciato, per il fastidio e lo sconforto che mi procuravano sia le tesi sostenute sia l’italiano approssimativo oltre la decenza. Ad es. l’ultima frase recita:

Pensare che qualche mente malata abbia voluto insinuare nelle nostre pagine l’equazione King Kong uguale scimmione nero, più che offendere è francamente strumentale e assurdo.

Ora:

  1. King Kong è uno scimmione nero. Wikipedia in italiano: “King Kong è il nome di un gigantesco gorilla, personaggio di una serie di film prodotti a partire dal 1933”; Wikipedia in inglese: “King Kong is a fictional character, a giant movie monster resembling a colossal gorilla, that has appeared in several movies since 1933”. Se invece Monti sta usando scimmione nero come insulto, facendo propria non l'”equazione” ma la catena razzial-semantica persona di pelle nera = creatura subumana = scimmione dovrebbe chiarirlo.
  2. Si rilegga ancora una volta, lentamente, la frase citata. Non sono esperto di idioletti gazzettari, ma in italiano quelle righe significano che a essere strumentale e assurdo non è l’insinuazione di razzismo nei confronti della Gazzetta (come parrebbe voler intendere, senza riuscire a esprimere, Monti) ma l’ipotesi stessa che vi sia una qualche mente malata con il desiderio di tali insinuazioni…

Oggi, dopo la straordinaria prova del giovane attaccante italiano, TuttoSport dà il cambio alla Rosa nella gara al peggio, con un titolo sicuramente salutato in redazione come un colpo di genio. Allo stesso modo di un S.B. che, vedendo una persona di colore raccogliere pomodori sotto il sole, scoppi in irrefrenabile riso al pensiero di: Come si abbronza al sole!, Ma lavora proprio come un negro!, Sti pomodori lo hanno fatto nero! (*).

Di nuovo citeremo John Foot: “@T_Daley li abbiamo fatti neri, it’s a play on words, and a stupid and insensitive one at best…”, riconoscendo che, nella migliore delle ipotesi, in quella più caritatevole di un ritardo culturale e sociale di sei-otto decenni, si è fatto “solo” un gioco di parole stupido e rozzo (“insensibile”).

Purtroppo e naturalmente, questo razzismo che non si riconosce come tale è forse ancora più pericoloso (e pernicioso) di quello “naziskin”, fermamente condannato dalla Gazzetta (come teneva a ricordare Monti nelle “scuse”). Perché, se non si riesce neppure a vedere che la vignetta di Marini è odiosa e il titolo di Tuttosport è indegno, non si può certo iniziare a rifletter sul perché le parodie sguaiate delle mossette dei froci e le battute sul negro abbronzato sono odiose e indegne.
E non c’è davvero un cazzo da ridere. In questa Italia.

Aggiornamento: John Foot, Mario Balotelli as a black Italian hero: long may it last sul Guardian.

(*) Si noti che la struttura ideologico-linguistica del “gioco di parole” è omologa a quest’altra vignetta di Marini.

6 thoughts on “Abbronzatissimi (sul nostro giornalismo sportivo e Balotelli)

  1. Edoardo Faletti (@edofale)

    Non posso che essere d’accordo. Nelle situazioni di forte coinvolgimento emotivo, i comportamenti delle persone si inabissano: io stesso ieri sera, finita la partita, urlavo alla Merkel “culona inchiavabile”. Il problema è che chi ha scritto sui giornali, avendo il tempo per riflettere e per confrontarsi con altre persone, non ha trovato osceno pubblicare quello che ha pubblicato. Ciò di cui si parla qui è un razzismo latente e, come giustamente sottolineato, più pericoloso: oggi sono entrato in una copisteria e la proprietaria ha spiegato che il suo cane è affettuoso con tutti (un altro cliente lo stava accarezzando e coccolando), tranne con chi è scuro e che magari è marocchino o zingaro: “sarà per l’odore!” ha anche aggiunto compiaciuta. Sono una di quelle menti malate che insinua l’equazione comportamento del cane uguale padrona razzista?

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  2. Lorenzo

    Naturalmente mi ero perso le vignette e i titoli, e Ora mi spiego perchè in vita mia non ho mai avuto nessun interesse a leggere un giornale sportivo. È qualcosa che non mi viene naturale. Tutti quei titoli gridati, quelle discussioni sul nulla. Nel vedere il titolo e le vignette mi stupisco di come i giornali sportivi possano essere i più letti.. Ma forse non mi devo stupire

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  3. Matt Pumpkin

    La cosa peggiore, più ancora della vignetta che rivela una struttura mentale consapevolmente razzista*, è che il titolo si segnala per la colpevole e diffusa leggerezza con cui si cade in questo genere di uscite. Perfino in ambiti dove il controllo di un qualche buonsenso (non dico etico) dovrebbe evitare simili figure. Tutto viene sacrificato sull’altare di un qualche presunto spirito goliardico senza un minimo di sensibilità critica.

    Un giorno ci spiegheranno che la banana lanciata in campo è razzista, mentre una disegnata in prima pagina è semplicemente scherzosa. Riconoscono il più becero conformismo solo se scaturisce da un gregge fisico (la massa), mentre il loro mentale, partorito in una redazione hi-tech sembra proprio non essere in grado di riconoscere se stesso. Nè il vuoto da cui risale.

    * L’equazione cui Monti allude è la formula esatta che dovrebbe, secondo l’autore, far ridere. Credo sia proprio per questo che non ha risposto l’autore della vignetta, ma più cautelativamente uno che potrebbe anche non averla capita (o far finta di). In caso contrario ci saremmo sentiti spiegare alla perfezione la vignetta, per come l’abbiamo capita ed è stata disegnata.

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  5. tuco

    mettiamo una di fianco all’ altra le immagini di questi giorni: prima la vignetta sulla gazzetta dello sport, che rappresenta balotelli come king kong. e poi la foto di balotelli che abbracciando la mamma italiana diventa un eroe nazionale.
    fino a pochi giorni fa balotelli era lo sbruffone, a cui non si perdonava di essere sbruffone perche’ i bianchi possono essere sbruffoni ma i negri no. adesso balotelli e’ l’ eroe nazionale, perche’ il crazy nigga ha abbracciato la mamma italiana.
    l’ inconscio fa brutti scherzi, vomita fuori tutto il rimosso del nostro passato coloniale quando meno te l’aspetti.

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  6. Pingback: Una tv australiana a caccia del cattivo selvaggio | il Taccuino dell'Altrove

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